giovedì 27 giugno 2013

EIFF2013: uwantme2killhim?

Un'altra giornata di festival si è conclusa, un altro film super entusiasmante che mi ha reso felice e orgogliosa delle mie scelte cinematografiche.

2003, periferia di Londra. Mark è un ragazzo bello e popolare. Gioca a calcio, ha tanti amici.
Ed ha una febbrile vita online.
Chatta costantemente con Rachel, una ragazza in un programma di protezione testimoni, mai vista di persona ma con cui instaura una profonda relazione romantica. Rachel vive una vita segregata, legata ad un fidanzato violento e pericoloso, e non può essere presente nella vita del fratello, John, un ragazzo un pò strano, oggetto delle attenzioni dei bulli della scuola. Mark e John diventano così amici, cominciando a passare sempre più tempo insieme, sostenendosi a vicenda.
Ma un giorno Rachel sparisce dalla vita online e Mark viene a scoprire che la ragazza è morta suicida ma che dietro potrebbe esserci la mano violenta del fidanzato.
Mark non riesce a farsene una ragione e con John comincia a cercare un modo di vendicarsi e di punire l'assassino della donna che amava.

John e Mark
Da questo punto in poi i fatti si avvicendano in un crescendo che coinvolge e avvolge lo spettatore fino ad avvilupparlo totalmente nella trama, così come ne è imprigionato il protagonista, senza che neanche lui se ne renda conto.
Il mondo online si fonde con quello reale, teorie cospirazionistiche che coinvolgono terroristi pronti a tutto (l'11 settembre è ancora vivo nella memoria), malati terminali di cancro e misteriose agenzie investigative compaiono nella quotidianità di Mark diventando da cibernetici a reali fin troppo velocemente.
E lui è disposto a tutto pur di fare la sua parte in questo complicato gioco di spionaggio e vendetta.

Ma...  sarà vero quello che si dice in una chatroom online?
Non tutto è ciò che sembra...

Tratto da uno storia vera, il film riesce a catturare lo spettatore trascinandolo nella frenetica vita online che caratterizza un'intera generazione, mettendone in luce i rischiosi lati negativi. Ti coinvolge a tal punto che lo schiaffo finale, il punto di svolta in cui tutto acquista un nuovo senso, arriva direttamente sulla faccia di chi guarda, scioccandolo.
Come ha detto lo stesso regista al Q&A che ha seguito la proiezione, questa è una vicenda reale, quotidiana, che può facilmente accadere a chiunque. E' una quotidianità in cui irrompe un fatto straordinario.

E' una storia di ossessione e disperata necessità.
Toby Regbo e Jamie Blackley in una scena del film
Il tutto raccontato con gli occhi di Mark, dal suo personale punto di vista.
Non è un film che vuole giudicare, che vuole fare la morale, ma racconta dei fatti attraverso lo sguardo di un diciassettenne che ancora deve trovare il suo posto nel mondo, che vive e sente tutto quello che gli accade intorno con un'intensità che solo a quell'età è capibile, che solo a quell'età è perdonabile.

Il mondo adulto è tenuto in disparte, focalizzando l'attenzione soltanto sui teenagers: i genitori reali, quelli che hanno vissuto effettivamente questa vicenda, ovviamente non erano contemplati nei rapporti di polizia o sugli articoli di giornale, quindi gli autori hanno dovuto immaginare le loro reazioni a fatti così sconvolgenti. E questo senza togliere l'attenzione a quello che è il vero protagonista, il mondo adolescenziale nei primi anni duemila.

Jamie Blackley, di cui ho già recensito We Are The Freaks, da un'altra grandissima prova di sè, diventando, di fatto, uno di quei giovani attori promettenti da tenere d'occhio. Toby Regbo nella difficile parte di John riesce a dare al personaggio la profondità e la complessità che merita.

Insomma un film da vedere assolutamente, ben costruito e che porta sullo schermo una tematica fin troppo sentita ai giorni nostri.

Vi lascio con il trailer.





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