lunedì 14 settembre 2015

Paradiso Amaro (2012)

Questo è stato uno dei film che hanno segnato e siglato il mio amore per il Torino Film Festival, uno dei primissimi film che ho avuto il piacere di vedere a un film festival, per giunta a pochi passi dal regista, il grandissimo Alexander Payne, a cui ho potuto stringere la mano. Avevo scritto questa recensione allora e, non so per quale motivo, è andata poi perduta nei meandri cibernetica per mio pc. Ora, dato che ci tengo molto, alla recensione e al film, ve la propongo.

Le paradisiache isole Hawaii ospitano una storia che di paradisiaco non ha nulla, è anzi molto terrena, dolente, sofferta ma anche ironica e divertente che ti fa entrare nella quotidianità spezzata di una famiglia che cerca il modo di sopravvivere al tragico.

La voce fuori campo del protagonista ci accompagna in questa storia che ruota attorno alla famiglia King che si trova ad affrontare uno degli avvenimenti più shoccanti e terribili che possano accadere: in seguito ad un incidente in barca la moglie e madre Elizabeth King entra in coma. Matt King (George Clooney), avvocato schiavo del lavoro, convive con i suoi sensi di colpa per essere stato un padre e un marito assente, non conosce le sue figlie, che attraversano entrambe momenti difficili, e ora si ritrova a doverle crescere da solo.
Ma in lui permane la speranza di poter ancora sistemare le cose, di dare finalmente alla sua famiglia, a sua moglie, ciò di cui ha veramente bisogno, senza badare ai soldi o al lavoro.
Il tema del denaro, del capitale è costantemente presente per tutta la pellicola, accennato, nominato, bisbigliato ma è sempre presente. Sì, perchè i King fanno parte di quel gruppo di ormai poche famiglie che sono i discendenti (da qui il titolo originale The Descendants) dell'antica aristocrazia bianca hawaiana che ancora ai giorni nostri detiene un discreto potere costituito principalmente da paradisiaci terreni ideali per hotel e resort.
Nonostante il capitale che detengono, questi Discendenti sono caratterizzati dall'aspetto di "vagabondi" (come sottolinea lo stesso Matt King nella presentazione del suo parentame) e da uno spiccato senso del risparmio: sono tirchi e questo contribuisce ad accrescere la loro fortuna. Questo è un aspetto fondamentale, poichè è la fonte principale dei rimorsi di Matt: non ha mai accontentato moglie e figlie come avrebbero voluto, ma ora spera di poter rimediare anche a questo.
Ma le sue speranze vengono infrante quando i medici gli comunicano la irreversibilità del coma della moglie e non solo: in base al testamento biologico di Elizabeth, presto la respirazione assistita e tutto ciò che ancora la tiene in vita verranno staccate così che lei possa morire in pace e naturalmente.

George...

Il primo ostacolo che Matt si trova di fronte è comunicare la notizia a tutti: durante quasi tutto il film assistiamo a persone, come parenti e amici, che continuano a rassicurarlo che presto Elizabeth si riprenderà, perchè "lei è forte, è una che non si arrende e presto passerà anche questo", e Matt non li contraddice, non riesce a dire ad alta voce qual è la verità, a condividere il fatto che presto sua moglie non ci sarà più.
A peggiorare ulteriormente la situazione c'è la scoperta, da parte di Matt, di un segreto su Elizabeth: la figlia maggiore Alex (Shailene  Woodley, Divergent, Colpa delle stelle) ha scoperto che la madre aveva una relazione extraconiugale e questo aveva irrimediabilmente compromesso il rapporto madre-figlia portando un silenzio pesante e duraturo fra le due.

Il coma di Elizabeth, insomma, porta alla luce i dettagli scomodi di quella che era una normale e tranquilla famiglia, come se ne incontrano tante, e  obbliga i suoi membri non solo a riunirsi intorno alla tragedia ma anche a confrontarsi l'un l'altro senza scudi, senza difese, per tentare di risanare quello che è andato perduto da tempo.
A questo si collega la vicenda più grande del terreno di famiglia prossimo alla vendita per il bene di tutti i cugini King coinvolti, ma che sembra non essere la scelta migliore, almeno secondo Matt, che tentenna e prende tempo, e apre il grande discorso della responsabilità dei coloni bianchi e dell'amore per la propria terra.



La ricerca dell'amante della moglie sarà la casuale occasione per Matt di avvicinarsi alla figlia Alex e riuscire a condividere insieme uno dei momenti più importanti della vita di entrambi.
In una sorta di road trip fra le diverse isole hawaiane che coinvolge tutta la famiglia accompagnata dallo strano personaggio di Sid, un'amico di Alex corso in suo aiuto, la vicenda prosegue fra ironia, comicità, dure riflessioni, importanti decisioni che coinvolgono lo spettatore in un crescendo che culminerà solo con l'addio definitivo ad Elizabeth, che chiuderà tutto ciò che era rimasto ancora in sospeso e, insieme al dolore, porterà anche quella serenità che deriva dal non aver lasciato nulla d' intentato, nulla di non detto, ma di aver finalmente trovato il posto e la ragione per ogni cosa.


George Clooney lascia i panni del sex symbol per calzare mocassini e bermuda, perfetto nel ruolo del padre perso e poi ritrovato, Shailene  Woodley, qui in uno dei suoi primissimi ruoli sul grande schermo, riesce a staccarsi dal ruolo che l'aveva resa famosa in La vita segreta di una teenager americana e interpreta in modo convincente la ragazza problematica in conflitto con i genitori sulla via della perdizione, un cast insomma che si adatta facilmente alla pellicola dando ai suoi personaggi quella profondità di cui la storia ha bisogno.

L'edizione dvd in mio possesso elenca i seguenti extra:

  • Tutti amano George - A quanto pare è proprio vero: George Clooney è uno dei migliori attori con cui lavorare, almeno a detta dei suoi colleghi di set.
  • Lavorare con Alexander - Cast e Crew raccontano la straordinaria esperienza di essere diretti da Alexander Payne... mentre lui ci spiega come fare una perfetta omelette.
  • Il casting - A parte il grandissimo George (e Beau Bridges e Robert Foster) tutti gli altri attori hanno dovuto sottoporsi al rituale del casting: ecco com'è andata.
L'edizione blu-ray è, ovviamente, molto, molto più ricca.


Se non si fosse capito... il film mi è piaciuto e lo consiglio con grande entusiasmo.