sabato 14 dicembre 2013

I Goonies (The Goonies) (1985)

Scivoliamo indietro nel tempo e atterriamo ad Astoria, remota cittadina della provincia americana situata da qualche parte nell’Oregon. E’ il 1985 e l’infanzia, senza computer né telefoni cellulari, è quella dei pomeriggi all’aria aperta con gli amici, dei giri in bicicletta, della sete di avventura. E perché no, anche dei racconti immaginari, magari un po’ confusi, partoriti dalla sfrenata fantasia di piccole menti piene di vita.
Il nostro “speciale di Natale” oggi vi propone I Goonies, l’avventuroso cult movie di Richard Donner, che vanta una blasonata sfilza di realizzatori (sceneggiatura di Chris Columbus, soggetto di Steven Spielberg), ma che si avvale per contro di attori poco noti o addirittura al debutto sul grande schermo.

Vero è che I Goonies non è un film prettamente natalizio. Niente alberi di Natale formato esercito abbelliti da un’allarmante quantità di luci lucine e lucette; niente neve, candida neve bianca che solo nei film non si sporca mai; niente jingle bells in loop, che ti rimane appiccicata in testa e non ti fa dormire; niente volemose bene. Ma sarà che ho il ricordo molto vivido di un 26 dicembre di parecchi anni fa, quando con il fratello e i cugini sedevo per terra a gambe incrociate e guardavo a bocca aperta lo schermo traballante della tv, e sullo schermo proiettavano I Goonies. Da allora, li ho sempre associati al Natale.

Locandina originale del film

I Goonies di Richard Donner sono un eterogeneo gruppo di ragazzini uguali e diversi che abitano il quartiere di Goon Docks. C’è Mickey Walsh il sognatore (per il quale avevo una cottarella non indifferente, sarà stato quel suo tenero principio d’asma), Chunk il goffo, Data l’inventore e Mouth lo spaccone. La loro amicizia, solida e pura come tutte le amicizie a quell’età, è però messa a repentaglio da un imminente trasloco collettivo a cui sono costrette tutte le famiglie di Goon Docks, le cui abitazioni rischiano di essere abbattute per lasciar posto a un campo da golf. La cricca di amici si appresta dunque a trascorrere insieme i momenti che restano, con tutta la malinconia del caso, ma il ritrovamento di alcuni cimeli di famiglia nella soffitta dei Walsh rende il loro ultimo giorno decisamente più emozionante. I quattro trovano una logora mappa del tesoro appartenuta al pirata One-Eyed Willy, e decidono (o meglio, decide Mickey e gli altri lo seguono più o meno riluttanti) di mettersi sulle sue tracce e lanciarsi alla sua ricerca.

Voglio un Chunk per Natale...
L’avventura dei Goonies  diventa da qui una caccia al tesoro à la Indiana Jones che si compone di passaggi segreti, prove di forza e di intelligenza, improbabili nemici dal marcato accento siciliano, vascelli pirata e anche qualche love story, che ci sta sempre bene.
Donner affresca con un sorriso l’infanzia genuina della provincia, chiassosa ma spontanea, esuberante ma ingenua, e orchestra dall’alto (della sua statura) un cast di piccoli attori che trasferisce nella propria performance tutta la naturale leggerezza insita nella loro età. Alla sceneggiatura affastellata ma incalzante, Donner affianca una colonna sonora trascinata dalla voce di Cindy Lauper, e fa largo uso di effetti speciali già notevolmente evoluti per quegli anni.

Qui trovate un piccolo assaggio della verve del gruppo:


I Goonies sono un’avventura che valica l’età anagrafica e che anche quando l’infanzia è passata da un pezzo, a gambe incrociate e bocca aperta, emoziona esattamente come quel Santo Stefano di tanti anni fa.


PS. Il dvd è distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros Picture, e oltre ad un menù interattivo dalla grafica parecchio accattivante, annovera una serie di contenuti speciali che valgono il suo prezzo di costo:
> Scene eliminate, per ridere ancora un po' con Chunk&soci.
> Il making of del film, in cui un giovanissimo Steven Spielberg introduce la vicenda e un meno giovane Richard Donner svela qualche segreto sulla sua realizzazione.
> Il commento al film, altrettanto interessante, per scoprire i segreti più segreti dei Goonies.
> Il classico trailer.
> Il video di Cindy Lauper montato per l'occasione, in cui Chunk&soci saltellano al ritmo di The Goonies are good enough.

mercoledì 11 dicembre 2013

Frozen (2013)

Sono appena tornata dal cinema. Sono innamorata. Ma forse non è neanche giusto dire innamorata. No, sono totalmente, inequivocabilmente, irreparabilmente cotta di questo film.

Ci sono due sorelle, due principesse. Sono molto legate e non possono vivere l'una senza l'altra. Un giorno però, quando sono ancora due bambine, Elsa, la maggiore, dotata di poteri magici (per non dire maledetta da poteri magici) ferisce la sorella Anna che rischia di morire congelata. Per salvarla si deve ricorrere ad un incantesimo che però cancella totalmente dalla memoria di Anna i poteri di Elsa. Quest'ultima si rinchiude in se stessa, cercando di controllare il suo gelido potere che sembra però impossessarsi sempre più di lei.
Quando Elsa viene incoronata regina, ciò che lei stessa più temeva si avvera: il suo segreto viene scoperto e prontamente si ritrova circondata da una folla inferocita e terrorizzata che la addita come un mostro.
Elsa si sente costretta a fuggire ma lascia dietro di sé il più gelido inverno che la sua gente abbia mai visto ed è Anna quella che si propone di correre dietro la sorella e sistemare le cose.
La meravigliosa Elsa 
La Disney propone un film che merita a pieno diritto di essere annoverato nei grandi classici. La storia è dolce e coinvolgente (stavo già piangendo dopo i primi 10 minuti...), la vicenda prende snodi inaspettati e ti fa sudare l'agognato lieto fine, con personaggi adorabili e deliziosamente simpatici e divertenti e un antagonista che non è necessariamente quello sotto gli occhi di tutti.
Ho visto questo film in 3D per puro caso (per la mancanza di uno spettacolo 2D all'orario che mi faceva comodo, non perché mi sono ritrovata tutto ad un tratto in una sala con immagini sfuocate...) e devo dire che il risultato dal punto di vista dell'animazione e del più puro aspetto visivo è spettacolare: fiocchi di neve che si muovono quasi con vita propria si impossessano dello schermo e colori così vividi e paesaggi mozzafiato ti trasportano direttamente dentro il film.

Anna e Hans, il suo vero amore... ma sarà poi vero??
Ma l'aspetto più importante, per quanto mi riguarda, di questo film è il fatto che per quasi due ore sono tornata bambina. Ho rivissuto quella magia che impregnava così solidamente la mia infanzia, una magia che proveniva per gran parte proprio dal classico Disney di turno. Mi ha fatto rivivere quella felicità ingenua e senza pretese che un po' tutti perdiamo strada facendo, facendomi guardare, con un moto di nostalgia ai giorni in cui vedevo questi film a Natale, con i miei genitori e tutto il parentame riunito, perché la videocassetta (ah le buone vecchie VHS...) era stato il dono di quel natale.
Insomma un viaggio sul treno dei ricordi che ti fa sorridere mentre ti stringe in una morsa il cuore.

Christoff e Sven alla riscossa
Non mi pare ci sia bisogno di dire che consiglio tantissimo questo film, a tutti, grandi e piccini, perché la Disney in fondo è così, capace di riunire tutti intorno ad una favola.

Vi lascio con il trailer... Enjoy!




lunedì 9 dicembre 2013

31TFF: Grand Piano

Il film di chiusura di quest'anno tinge il TFF di giallo. Un thriller mozzafiato firmato dallo spagnolo Eugenio Mira, regista al suo terzo lungometraggio che non stenterà a farsi conoscere.

Tom è un pianista sensazionale, probabilmente il migliore della sua generazione, ma dopo una performance totalmente fallimentare (un epic fail commenterebbe il popolo gggiovane della rete) ha abbandonato le scene. Ora, a cinque anni dal suo ritiro, la moglie, una celebre star del cinema, organizza il suo ritorno per commemorare Patrick Godureaux, mentore di Tom, morto l'anno prima.
Per l'occasione, il magnifico pianoforte prediletto di Patrick, viene portato per una sera e una sera soltanto sul palcoscenico.

Dire che Tom è riluttante all'evento è un leggero eufemismo. L'ansia da palcoscenico e la paura del fallimento lo attanagliano ma ben presto si renderà conto che è ben altro ciò di cui dovrebbe realmente preoccuparsi.
Appena si siede al fantomatico pianoforte, Tom si rende infatti conto che i suoi spartiti sono stati manomessi e un cecchino senza volto lo spinge ad eseguire la migliore performance della sua vita minacciando lui stesso e la moglie. Non solo, il tiratore vuole anche che Tom si confronti di nuovo con La Cinquette, il brano impossibile che lo aveva già visto fallire cinque anni prima. E questa volta Tom lo deve eseguire perfettamente, senza sbagliare una nota: ne va della sua sopravvivenza.


Tom si prepara ad affrontare il suo incubo
Mira mette in scena un crime movie che ha l’armonia di una sonata di Bethoveen,  Riesce a tenere lo spettatore incollato allo schermo usando praticamente la sola location del teatro eppure mai film è stato più movimentato. Riesce a tenere con il fiato sospeso senza eccessivi colpi di scena, senza rocamboleschi effetti speciali ma semplicemente con una minacciosa voce nell'orecchio di un pianista che suona davanti ad un teatro gremito mentre cerca di salvare la sua vita.
A tutto questo si aggiunge una capacità visiva davvero degna di nota, con una cinepresa che si muove a 360 gradi per cogliere l'impossibile e donando riprese vivide e inusuali che accentuano ancora di più l'essere fuori dagli schemi di questo film.


Elijah Wood in una scena del film (a quanto pare molto preoccupante...)


Elijah Wood, presente per due anni consecutivi al TFF con ruoli da protagonista, dona a Tom quella profondità che il complesso personaggio del pianista geniale ma introverso richiede: possiamo leggere nei suoi grandi occhi di ghiaccio dapprima il terrore senza speranza per il ritorno sulle scene (ineluttabilità), e via via la paura per la sua vita e la determinazione per la sopravvivenza. Wood ha creduto talmente in questo ruolo da essersi allenato per mesi al pianoforte per suonare i pezzi richiesti dalla storia.
La dolce moglie del protagonista è Kerry Bishè, nota ai più per il suo ruolo nella maledetta serie conclusiva di Scrubs (era la “nuova JD” ma non dimentichiamoci della sua partecipazione all’acclamatissimo Argo… direi che questo riequilibra le cose…). Qui interpreta una notissima star del cinema da cui emerge il profondo amore per il marito e le sue passioni.
John Cusack è invece la voce dell'assassino, di cui non vedremo quasi mai il volto (e forse è meglio così perchè quando appare finalmente sulla scena rivela tutta la sua spietata crudeltà).

Insomma questo mi è piaciuto, ha consolidato il nostro appuntamento annuale con quei bellissimi occhi blu del mitico Frodo Elijah Wood e l’ho trovato un'ottima conclusione per un festival che, per il breve periodo cui vi ho partecipato, mi ha regalato bellissime visioni, tanto da potermi dire pienamente soddisfatta.

Lo consiglio caldamente a tutti.

Vi lascio con il trailer in lingua originale... Enjoy!


mercoledì 4 dicembre 2013

31TFF - All Is Lost

Altro giro, altra corsa, altra folla. Questa volta era quella ancora più interminabile per All is lost, la più recente fatica di mister J.C. Chandor. Premessa n° 1: a me, mister Chandor, garba non poco. Il suo debutto sul grande schermo fu nel 2011 con il sottovalutato Margin Call, un appassionante thriller sulla crisi economica americana, la cui sottoscritta ha non solo apprezzato, nonostante la presenza del Danny di Gossip Girl (WTF?) tra il cast, ma addirittura capito. Ci tenevo particolarmente quindi a vedere questo film, seconda produzione di un giovane regista ingiustamente trascurato. Premessa n° 2: la disposizione d’animo con cui sono entrata in sala probabilmente ha penalizzato la prima parte della visione, che ci ha messo un po’ a convincermi. Ma chi può darmi torto? Mi metto in fila con tre quarti d’ora d’anticipo, sono in pole position, occhi negli occhi col tamarro che strappa i biglietti, già pregusto la poltrona più centrale della sala e…mio fratello, accompagnatore d’occasione nonché possessore dei biglietti, arriva in vergognoso ritardo dopo aver cercato posteggio per mezz’ora, perché sia mai di spendere soldi e lasciare l’auto nel parcheggio sotterraneo. Bene. Ciao poltrona super centrale e ciao primo posto in coda, benvenuto unico spazio libero alla sinistra più sinistra della sala. Si può affrontare in questo modo la visione di All is lost? No, infatti. 

Ecco, forse è meglio spendere due parole su che cos’è esattamente All is lost.

All is lost (a cui i pubblicitari italiani hanno aggiunto l’astuto sottotitolo Tutto è perduto), è sostanzialmente una sfida: è una sfida per Chandor, che nonostante l’embrionale esperienza si lancia in una delle prove più difficili nella carriera di un regista; è una sfida per Redford, l’our man che da solo tiene le redini di una vicenda che grava esclusivamente sulla sua fisicità; è una sfida per lo spettatore, che per quasi due ore assiste impotente alle tragiche vicissitudini del protagonista.  
Esatto, All is lost è un one man show. E lo show è quello emozionante di Robert Redford, taciturno padre di famiglia che da solo s’imbarca per gli oceani e che proprio tra quelle acque rischia di morire.
Chandor non spende né tempo né parole in presentazioni, e introduce il personaggio direttamente sulla barca, direttamente in mezzo al mare. Redford sta navigando indisturbato tra le acque dell’Oceano Indiano, quando un container alla deriva urta la sua imbarcazione e apre uno squarcio nello scafo. Il problema, prontamente risolto dalla sua esperienza e abilità, è però solo il primo di una serie di tragici incidenti che riducono gradualmente le sue possibilità di sopravvivenza, in un magistrale climax di tensione che serpeggia palpabile tra il pubblico in sala. Redford non parla, non parla mai, si lascia scappare una sola esclamazione disperata quando la tensione è ormai quasi insopportabile, e con tenacia, caparbietà e imperturbabilità affronta la sua personalissima lotta contro la natura. 


Sta arrivando una tempesta...

Ecco, è proprio l’imperturbabilità del personaggio l’elemento che mi ha sorpreso e poi convinto: mi aspettavo un Redford più “espressivo”, che non potendo comunicare attraverso la voce rivelasse le proprie emozioni attraverso il viso, e questa sua impassibilità, così paradossale visto il pericolo che andava affrontando, non mi sembrava credibile né verosimile. Ma più la vicenda procedeva, più la sua situazione diventava disperata e l’angoscia attraversava la sala, ho visto in quell’imperturbabilità uno dei punti di forza del suo personaggio e del film stesso: Redford è un solitario, salpa per l’oceano senza compagnia e non parla, non esprime emozioni attraverso la voce e linearmente con il suo personaggio non lo fa neanche per mezzo del volto. L’intera pellicola si piega allora alla sua personalità: l’accompagnamento sonoro è centellinato e destinato solo ai momenti più cruciali, le inquadrature sono asciutte e la fotografia curata ma realistica.
Difficile tenere alto un ritmo scandito dagli eventi più che dai dialoghi o dalle musiche, ma alla fine del film le luci si riaccendono e il pubblico ci mette un po’ a tornare alla realtà. 
Chandor vince la sfida.

A voi il trailer, ma non fatevi ingannare: quelle che sentite sono le uniche battute del film.


martedì 3 dicembre 2013

31TFF: The Grand Seduction

Quel che si dice “breve ma intenso”: il nostro Torino Film Festival quest’anno si è condensato nell’arco di un weekend causa impegni lavorativi all over the world, che non solo non ci hanno permesso di presenziare a tutte le proiezioni tutti i giorni a tutte le ore, ma che ci hanno anche impedito di ottenere accrediti e simili. L’accredito. L’accredito è quella targhetta che dice quanto so figo quanto so vip, destinata ad una cerchia elitaria di personaggi del settore, che ti fa scavalcare code interminabili e ti dà accesso diretto a qualsiasi tipo di evento legato al festival. Ecco. Senza targhetta del potere e prive di qualsiasi altro tipo di pass (le nostre conoscenze gggiuste quest’anno si sono date alla macchia), non potevamo far altro che selezionare un numero di film dignitoso e con umiltà d’animo mescolarci alle folle in attesa.
La mia prima folla era quella per The Grand Seduction, produzione canadese diretta da tale Don McKellar (regista-attore-produttore-scrittore) e presentata nella sezione Festa Mobile.

The Grand Seduction  approda al Torino Film Festival senza nutrire eccessive pretese.
McKellar abbandona infatti qualsiasi virtuosismo stilistico e narrativo, e tratteggia una vicenda fluida e lineare che combina dignità, riscatto e buoni sentimenti, aggiungendo all’insieme una sottile vena comica che rende la visione estremamente piacevole. Il suo è un prodotto gradevole e garbato che arriva in sala con incoraggiante leggerezza e che va gustato nella sua più totale semplicità, come un vero e proprio piacere per gli occhi. E no, quando dico “piacere per gli occhi” non mi riferisco al belloccio della situazione, il Taylor Kitsch co-protagonista di turno. Anzi, ad essere sinceri l’unico appunto che mi sento di muovere a McKellar è proprio la scelta di Taylor Kitsch, espressivo quanto un cucchiaino da caffè. 

Voleva essere pensoso...
Per “piacere per gli occhi” intendo piuttosto i paesaggi sconfinati che sono lo sfondo della vicenda, il riflesso diamantino del sole a picco sul mare, i colori così pieni e così puri propri solo della natura incontaminata.

McKellar ambienta infatti la narrazione nel suo Canada, in quella Tickle Head che prima era un fiorente villaggio di pescatori e che la crisi ha ridotto a nucleo abitativo dimenticato dal mondo e senza alcuna prospettiva. Non c’è lavoro, non ci sono soldi, non c’è futuro né speranza. Non c’è nemmeno un dottore. A riscuotere la cittadina dal torpore arriva però l’interessante proposta di una compagnia petrolifera, che vede in Tickle Head l’ubicazione ideale per una fabbrica di smaltimento rifiuti; ma una clausola del contratto, senza la quale non c'è accordo, prevede la presenza fissa di un medico in loco
Una serie di fortuite circostanze ce lo porta davvero un dottore a Tickle Head (il Taylor Kitsch di cui sopra), ma per ottenere la costruzione della fabbrica, come da contratto, quel dottore a Tickle Head ci deve anche rimanere. Tutto il villaggio si mobilita allora in un’esilarante messinscena, e sotto le direttive del burbero Murray (Brendan Gleeson) e del suo braccio destro Simon (un Gordon Pinset che è il vero motore comico della narrazione), l’intera cittadinanza si adopera nel convincere il dottore che proprio Tickle Head è il luogo migliore in cui vivere, e ritrova nel progetto una coesione e un entusiasmo da tempo scomparsi.

Murray? Non sono a mio agio con le cose a tre...
Ciò detto, non entrate in sala carichi di elevate aspettative per The Grand Seduction. Quella di McKellar è infatti una commedia corale popolata da un carosello di personaggi macchiettistici e bizzarri, trainati da un Brendan Gleeson che spicca per fisicità ed esperienza, che  trasuda buoni sentimenti senza però essere sentimentale, e la cui visione va affrontata esattamente per quello che vuole trasmettere: con leggerezza e sorriso.


sabato 30 novembre 2013

31TFF: Only Lovers Left Alive


Altro Festival altra corsa. Questa volta si torna a casa, al primo festival che ci ha entusiasmato e che, per molti aspetti, è stato quello che ha infiammato ancora di più i nostri cuori di super appassionate di cinema.
Di nuovo al TFF, dunque. E si comincia con un film di tutto rispetto.

Only lovers left alive e la storia di Adam e Eve (colto il riferimento??), due vampiri che si devono destreggiare nella cotica vita moderna post apocalittica. La differenza fra zombie e umani neanche si nota più, il sangue, come l'acqua, è contaminato e ben presto le guerre per l'oro blu sostituiranno quelle per l'oro nero. 

Possiamo immaginare che, dati i loro nomi, i due siano in giro da parecchio tempo e che questa non sia la loro prima fine del mondo: Adam vive a Detroit, musicista talentuoso che rifugge successo e fama (pare che suo sia il merito di un adagio di Shubert...) e che era solito frequentare Byron e Shelley (che, a detta di Eve, lo hanno rovinato) è ormai stanco di questa vita e degli zombie che la popolano e comincia a pensare di porvi fine. Eve è di base a Tangeri e cerca di godersi la vita, insieme al comune amico Christopher Marlowe.

Eve non può permettere che il suo amore di sempre sprofondi nell'oblio eterno così lo raggiunge. 
I due, finalmente di nuovo insieme, spendono i loro giorni fra amore e musica, ciondolando per una città semi deserta e in rovina. 
Tutto cambia quando arriva Ava (Mia Wasikowska), la sorellina minore e irrefrenabile di Eva. Come avevano preannunciato i sogni dei nostri protagonisti, Eva porta scompiglio nelle loro vite fino ad arrivare all'omicidio. 

I due amanti devono trovare un altro piano per le loro vite e tornare a Tangeri sembra la soluzione ideale. Ma il mondo non è più lo stesso, e anche due vampiri che lo percorrono da davvero molto tempo possono rischiare di soccombere.

Eve e l'invenzione dei ghiaccioli al sangue
Il cast è azzeccatissimo. Tilda Swinton e Tom Hiddleston sono i due amanti: bellissima e terrificante al tempo stesso nel suo pallore etereo, ancora più accentuato dai suoi candidi abiti, la Swinton porta sullo schermo una vampira dolce e saggia, che guarda con gli occhi di chi ha visto troppo il mondo che la circonda, ma senza per questo rinunciare a vivere. Tom Hiddleston è invece il musicista maledetto (dalle troppe frequentazioni passate con i romantici francesi e inglesi), solitario e malinconico, lunghi e scompigliati capelli neri che si fondono con i vestiti di pelle nera che indossa, un eremita che scrive la sua musica ma che poi non la diffonde, collezionista di strumenti di ogni sorta, e che sembra ormai troppo stanco del mondo che lo circonda, un mondo che, a suo parere, è caduto in un baratro dal quale non riuscirà più a sollevarsi.

Adam e la sua musica
Insieme i due protagonisti creano una coppia dolce e solida, un amore che si esprime nei piccoli gesti quotidiani, rafforzato dai secoli di vita vissuta insieme ma che al tempo stesso mantengono viva la passione che da sempre li ha uniti in un delizioso equilibrio, ancora più accentuato dal forte aspetto cromatico presente nel film: il bianco di Eve e il nero di Adam si fondono come Yin e Yang, facendoli diventare, tenendo conto anche dei loro nomi, l'emblema stesso dell'equilibrio del mondo stesso.
Non va dimenticato anche un adorabile John Hurt/Christopher Marlowe, divertente vecchietto che ancora non ha perdonato Shakespeare per avergli rubato il suo lavoro.

Adam e Eve
Ma grande protagonista è anche la musica stessa: Adam suona e la sua musica da diegetica diventa extradiegentica andando a creare la colonna sonora del film.
Insomma un film bello, intenso, che attraverso un sovrannaturale che non si manifesta neanche più di tanto cerca di capire il mondo contemporaneo. Lo consiglio caldamente a tutti.

Vi lascio con il trailer originale... Enjoy!




martedì 26 novembre 2013

Don Jon (2013)

Il ragazzo d'oro di Hollywood è tornato. In ottima forma, oserei anche dire.
Fra pochi giorni approderà anche nelle sale italiane quest'opera prima del talentuoso Joseph Gordon-Levitt che ora rompe l'ultima barriera e si posiziona comodamente (anche) dietro la macchina da presa per questo progetto che lo vede tre volte coinvolto (attore, sceneggiatore e regista) e prodotto dalla casa di produzione che lui stesso ha fondato, la HitRECord (ma HitRECord è molto di più... non è questo il luogo e il momento adatto per parlarne a fondo ma sprecate qualche momento per darci un'occhiata... merita assolutamente).

Ordunque, torniamo al film.

Il nostro protagonista, il Don Jon del titolo (nonché un pompatissimo Joseph), è il classico ragazzo tutto casa, chiesa, palestra, macchina e... ragazze. Latin lover d'eccellenza, non manca mai una "preda" ma, anche se lascia il club ogni sera con una donna diversa il nostro Don Jon si può dire tutt'altro che appagato. Sì, perché il nostro protagonista nasconde un piccolo, innocente segreto: è un drogato di porno.
Non che lui ne sia consapevole, ovviamente. Come tutti i bravi ragazzi soggetti a dipendenza millanta la sua totale libertà nei confronti della sua droga con tanto di classico "io posso smettere quando voglio".
Ma Don Jon non smette, anzi, ogni volta che i rapporti della vita reale non lo soddisfano (ovvero sempre) si rifugia dietro lo schermo del suo laptop con una grande scorta di kleenex.
La sua visione della vita sessuale, e di conseguenza quella di coppia è talmente sfalsata da quelle che sono le false aspettative che i porno radicano in lui che non riesce ad avere una relazione normale, sono tutte talmente noiose...

Scarlett Johansson e Joseph Gordon-Levitt

E poi arriva Lei, e lei ha le curve vertiginose e la sexy voce roca di Scarlett Johansson.
Barbara è una bomba sexy difficile da non notare. Jon ne è subito preso e, con non poca fatica, riesce finalmente a farla sua. Fra i due le cose si fanno serie, anche perché la dolce Barbara sa cosa vuole e sa come ottenerlo: conosce i suoi amici, conosce la sua famiglia e non passa troppo tempo che fra i due si cominci a parlare di matrimonio e pargoli.

Ma quello che era cominciato come un idillio si incrina ben presto quando anche la perfetta Barbara non riesce ad incarnare gli ideali sessuali del nostro protagonista. Il ritorno al porno sembra l'unica via di soddisfazione ma questo comporta perdere la potenziale donna della sua vita.

Don Jon dovrà fare un'introspezione di se stesso, mettendosi di fronte a verità per lui difficili da accettare che metteranno in discussione ogni aspetto della sua vita. E in questo momento così delicato troverà al suo fianco, che lui lo voglia o no, Esther (Julianne Moore), sua compagna ai corsi serali, una donna tormentata e dotata di quella saggezza quotidiana di chi vede la vita com'è, nella sua semplicità e bellezza. Una donna totalmente distante dal suo mondo e che proprio per questo risulterà decisiva per la sua comprensione.

Julianne Moore e Joseph Gordon-Levitt
Un cast azzeccatissimo porta sullo schermo un film sul sesso e sulle relazioni, un film esilarante sulla vita vera, quella vita che tutti noi sperimentiamo e possiamo sperimentare ma senza per questo tralasciare di intrattenere il suo pubblico che al contrario si diverte e ride di gusto.
Tony Danza è un perfetto padre tutto chiesa e sport in tv, Gleann Headly la dolce e un po' sclerata mamma che aspetta solo dei nipotini e poi la fantastica Brie Larson, che non dice una parola per tutto il film, con gli occhi annoiati costantemente incollati allo schermo del telefono, ma che l'unica volta che apre bocca proferisce la verità indiscutibile, mettendo a zittire tutti gli altri.

Insomma una godibile e sana commedia sulla dipendenza, che consiglio caldamente a tutti.
Complimenti vivissimi al nostro Joseph, che si conferma, un'artista talentuoso e completo e porta il suo nome al livello successivo, come se avessimo avuto bisogno di ulteriori conferme...

Vi lascio con il trailer in originale... e aspetto opinioni e impressioni!

sabato 23 novembre 2013

I Sospiri Del Mio Cuore (1995)

È uno di quegli uggiosi pomeriggi novembrini in cui piove a dirotto e c’è un freddo polare, che costringono a barricarsi in camera con otto strati di coperte (perché chiaramente la tua è la stanza più gelida della casa), con una tazza di thè bollente che non riesci a bere perché è troppo caldo, e se timidamente ci provi rischi l’ustione di secondo grado e quando finalmente ce la fai non ti va manco più. Ecco. Sono lì che medito su come trascorrere il tempo, con le mani attorno alla tazza che assumono un preoccupante colore violaceo, e mentre scarto mentalmente l’ipotesi di Breaking bad (una-puntata-al-giorno-se-no-lo-finisci-subito-una-puntata-al-giorno-se-no-lo-finisci-subito), mi viene l’idea: perché non versare calde e feminee lacrime immergendosi nel magico mondo di Miyazaki? Detto fatto: acchiappo il dvd dallo scaffale e, con ‘sto thè ancora bello fumante, mi accingo alla visione de I sospiri del mio cuore.
E ne scrivo anche, per la giuoia del gentile pubblico. 


Locandina italiana del film
I sospiri del mio cuore è opera prima (e unica) dell’allievo prediletto di Hayao Miyazaki, tal Yoshifumi Kondō, che lascia una sola testimonianza della propria arte prima di scomparire alla prematura età di 45 anni per un attacco di cuore da stress e superlavoro. Il lutto, così improvviso e inaspettato, colpisce duramente il suo maestro Hayao, che per dolore e senso di colpa si ritira dalle scene per alcuni anni. I sospiri del mio cuore di contro ha subito grande successo, e la tragedia di Kondō contribuisce ad alimentare l’aura poetica e malinconica che pervade il film e la sua realizzazione. In Italia arriva scandalosamente sei anni dopo la sua nascita, e viene proiettato con applausi al Lucca Comics del 2001 (maledetti partecipanti del Lucca Comics 2011 che hanno assistito all’anteprima).
Yoshifumi dipinge con perizia una delicata favola per adulti, un romanzo di formazione a due voci sulla ricerca della propria identità e della propria realizzazione personale, i cui protagonisti, divisi tra turbamenti adolescenziali ed etica del lavoro, si avvicinano pian piano l’uno all’altro trovando l'uno nell’altro uno stimolo per migliorarsi.
I protagonisti in questione sono due, Seiji e Shizuku. 

Il musicista tira sempre.
Shizuku ha una fortissima passione per la lettura e un talento ancora acerbo per la scrittura, Seiji è un ragazzotto un po’ strafottente che coltiva il sogno segreto di diventare liutaio e di studiare in Italia; il destino, sotto forma di un gatto grasso che si aggira da solo in metropolitana, li fa incontrare più volte e più volte li costringe ad interagire tra loro. I due non legano subito, ma le rispettive passioni li portano ben presto a diventare sempre più uniti e a prendere profonda consapevolezza del proprio reciproco talento, in un’epifania progressiva alimentata dai loro sentimenti.
La loro è una storia d’amore romantica ma non stucchevole, genuina e delicata, impreziosita da quel pizzico di magia che è il marchio di fabbrica della scuola Miyazaki. Le maglie dello script miyazakiano sono del resto ben visibili, sebbene a differenza di capolavori precedenti I sospiri del mio cuore rimane più ancorato alla realtà: l’età anagrafica della protagonista, ad esempio, porta decisamente lo stampo Miyazaki, o gli animali motori della narrazione, o ancora la rappresentazione del Giappone come terra di dovere e di lavoro.
Kondō però conserva una propria autonomia relegando la componente prettamente magica all’unica, splendida, sequenza onirica del racconto di Shizuku, mantenendo però una linea realizzativa più “verista” nell’intera durata della narrazione.

La protagonista del racconto di Shizuku fluttua nell'aria insieme al gatto-barone

Più realtà e meno incanto, d’accordo, ma il risultato è allo stesso modo toccante e commovente. C’è chi storce il naso di fronte al finale, sbrigativo e un po’ troppo da happy ending, ma per me è stato esattamente il finale che il film richiedeva. Sarà che avevo finalmente finito il thè, sarà che ero circondata da Kleenex e non riuscivo a smettere di piagnucolare canticchiando tra i singhiozzi Country Roads, ma, magia o non magia, I sospiri del mio cuore rimane comunque un capolavoro d'animazione che nulla ha da invidiare ai lavori del maestro. Voi cosa ne pensate?

Vi lascio con il trailer in inglese e con la splendida canzone di John Denver, principale colonna sonora del film.



NB. In Italia viene distribuito da Lucky Red.

NB2. Circa un anno fa anche la mia collega si è cimentata nella recensione di questo film (ha fatto breccia in entrambi i nostri cuori a quanto pare)! Se volete darci un'occhiata cliccate qui, e troverete non solo il commento al film, ma anche l'elenco esaustivo di tutti i contenuti speciali di cui è fornito il dvd. Cliccate, comprate, guardate.

giovedì 31 ottobre 2013

A Nightmare on Elm Street (1984)

One, Two, Freddy is coming for you...
Three, four, better lock your door...

Si continua con lo Speciale Halloween. E con un altro classico di tutto rispetto.

Insieme ad Halloween e Venerdì 13, quella della strada degli incubi è una delle saghe horror più fortunate e più amate. Il suo protagonista indiscusso, il non morto che viene a tormentare i sogni di adolescenti indifesi, la mano ad artiglio, il mitico Freddy, è così famoso e così conosciuto che il suo maglione striato e il cappellaccio sgualcito bastano a rievocare immagini di terrore (e adorazione) in spettatori di tutte le età. Persino le Fonzies hanno preso in prestito questa icona per una pubblicità di qualche tempo fa...

Figlio degli anni '80, questo film si presenta ricco di sorprese a cominciare da un giovanissimo, ma già affascinante, Johnny Depp, e continuando con effetti speciali, che seppur agli albori, si rivelano di grande effetto visivo e condiscono sapientemente una trama innovativa che non può fare a meno di coinvolgere gli spettatori. Insomma, Wes Craven forgia nell'immaginario collettivo un personaggio che esce fuori dallo schermo, entrando a far parte di quella cultura popolare che accompagna tutti noi ogni giorno.

Attenzione Nancy!! Dietro di te!!
A differenza di Halloween, qui la storia si snoda in maniera più inconsueta e sorprendente. In una tranquilla strada suburbana, Elm Street, giovani adolescenti cominciano a morire di morti atroci, quasi esclusivamente durante la notte. Le indagini si rivolgono all'interno dello stesso grumo di amici ma la verità è, ovviamente, molto più terrificante e inesorabile, e coinvolge un segreto celato per anni dai tranquilli e innocui abitanti del vicinato...

Oh Jhonny... Rubacuori già da piccolo...

Per questa terrificante saga è disponibile un cofanetto contenente tutti i 7 film originali, che si concludono con l'ultimo incubo di Wes Craven.

Per tutti e 7 i DVD è previsto lo speciale Inside the Nightmare, uno speciale che ti porta direttamente dietro le quinte di questo classico dei classici.

Su Amazon.it potete trovare questo dvd per poco più di 8 euro, mentre, udite udite, per la stessa cifra (anzi, è anche meno caro) vi potete accaparrare il blu-ray. Se invece volete fare incetta dell'Incubo potete ripiegare sul box set contenente tutti e 7 i film originali da Amazon.uk, per poco più di 10 sterline. Sotto il video potete trovare i link alle rispettive pagine Amazon per i vostri acquisti.

Vi lascio con il trailer... Enjoy... If you can... Buahahahahahahahah!!




martedì 29 ottobre 2013

Halloween (1978)

Quale film migliore per inaugurare la serie di recensioni che vi accompagnaranno verso la fatidica festa delle streghe...

Inutile dire che questo film ha fatto storia. Nel 1978 John Carpenter terrorizza gli spettatori di tutto il mondo con un film che basa tutta la sua storia proprio sulla notte dell'orrore per eccellenza, con una colonna sonora divenuta ormai topica (quegli archetti che ti fanno rizzare immediatamente tutti i peli del corpo), un cattivo che è la rappresentazione stessa del male puro e una protagonista, la giovanissima Jamie Lee Curtis, destinata a diventare la Scream Queen per eccellenza.

Questo film detta le regole dell'horror moderno risultando una pellicola d'effetto anche a quasi 40 anni di distanza, sebbene il pubblico odierno si ritroverà a sorridere davanti agli effetti speciali, rudimentali ma geniali al tempo stesso.

La storia è una delle più classiche. Uno psicopatico omicida, rinchiuso da ben 15 anni (da quando era solo un bambino) in un ospedale psichiatrico fugge in una notte buia e tempestosa per fare ritorno nella città natale per dare inizio ad una lenta e spietata carneficina. Riuscirà la nostra eroina, assennata e intelligente babysitter, a salvarsi? Un indizio? Ci sono dei sequel, quindi...

Michael Myers... c'è sempre un telefono di mezzo

Passiamo ora all'edizione DVD, presa direttamente dalla collezione personale della mia coinquilina e quindi in lingua inglese.
Devo dire con disappunto che sebbene si tratti di una riedizione uscita per il 35° anniversario del film, l'edizione che mi trovo a recensire è davvero povera: non ci sono contenuti speciali, la lingua è il solo inglese e, udite udite, non ci sono neanche i sottotitoli! Orrore e disappunto...

Jamie Lee... giovane e bellissima Scream Queen
Sta di fatto che, come ho già sottolineato, ci troviamo di fronte ad un classico, una pietra miliare non solo di un genere ma della stessa storia del cinema, e per questo meritevole di appartenere a qualsiasi collezione di DVD... A voi la scelta.

Su Amazon potete trovare questo dvd per 9 sterline oppure per poco più di 7 euro, MA c'è la possibilità, per soli 50 centesimi in più, di accaparrarsi l'edizione speciale 2 dischi: non ho esperienza diretta di questa edizione ma di sicuro non può essere peggiore della tristissima versione base... Come al solito, potete trovare i link diretti alle pagine dei rispettivi prodotti di Amazon sotto il video.

Vi lascio con il trailer... Enjoy... Buahahahah.




venerdì 18 ottobre 2013

Warm Bodies (2013) Blu-Ray British Edition

Questo è stato uno dei primi film che ho visto nel mio Paese d'adozione, una delle prime volte che andavo nel fantastico cineworld vicino casa (la mia nuova casa) da sola. Insomma, per me ci sono un sacco di ricordi legati a questa pellicola. Avevo letto il libro da cui questo film è tratto poco prima di partire e non vedevo l'ora di veder il film, tanto più che dietro la macchina da presa c'è Jonathan Levine, uno dei miei registi preferiti al momento e che ho avuto l'onore di "conoscere" di persona (stringergli la mano in lacrime dopo 50 e 50 dicendogli quanto mi fosse piaciuto il film non so se conta come "conoscere"...). Beh le mie aspettative non sono state disilluse, anzi.

Il film racconta di R, uno zombie che ha difficoltà ad accettare la sua condizione attuale, e Julie, una giovane ragazza piena di sogni che spera di realizzare nonostante il mondo post apocalittico in cui vive. Un amore impossibile che fa l'occhiolino a due personaggi shakespeariani tanto conosciuti e che cresce non senza ostacoli e rallentamenti. Una storia fantastica ma estremamente vera, reale: le dinamiche fra i personaggi, le loro difficili relazioni (ragazzo-ragazza, padre-figlia), il mondo stesso in cui i personaggi vivono è permeato da una realtà stupefacente che porta a considerare "possibile" quello che vediamo sullo schermo.
E questo film è divertente. Davvero, davvero divertente: non porta solo il romanticismo in una storia di zombie ma anche una comicità spontanea ed esilarante a cui è difficile resistere, una comicità che nasce dal quotidiano (aspetto a cui Levine ci aveva già abituato con 50 e 50) e che proprio per questo diventa prorompente.
E poi c'è la visione del mondo in sè, come tutto e tutti cambiano quando eventi di una tale portata tragica accadono, come la popolazione dovrebbe reagire e come reagisce effettivamente, come è facile perdere sè stessi dopo un'apocalisse per poi non ritrovarsi più.
Insomma un film che porta con sè romanticismo, comicità e anche una buona dose di contenuti profondi che ci possono far pensare... Potete facilmente dedurre che consiglio davvero caldamente questo film.

Dato che ne ero rimasta così entusiasta, quando è uscito per l'Home Video, complice una giornata particolarmente uggiosa e piovosa, ho fatto l'azzardo e mi sono buttata sull'edizione Blu-Ray (ebbene si...), unica edizione che presenta la possibilità del commento di regista e attori al film: data la mia adorazione per Mr Levine (...e Nicholas Hoult) la mia scelta si spiega da sè.

Nicholas Hoult, Rob Corddry e Jonathan Levine
Dunque, i contenuti speciali di questa edizione sono:

  • Boy Meets, Er, Doesen't Eat Girl: in questo speciale vediamo come dal libro di Isaac Marion si sia arrivati alla produzione del film. Attraverso le parole dei produttori, dell'autore stesso e del regista ci viene spiegato come la storia abbia catturato il cuore di chi poi ha deciso di trasportarla sullo schermo e come il regista Jonathan Levine, qui anche sceneggiatore, abbia lavorato per trasformare il romanzo in una serie di battute e azioni, scontrandosi principalmente con l'afasia zombiesca di R e il fatto che questo protagonista comunichi con il pubblico principalmente attraverso il voice over, dei lunghi monologhi in voce fuori campo che ovviamente riducevano drasticamente la quantità di battute effettivamente pronunciate dall'attore davanti alla telecamera.
  • R&J: in questo speciale vediamo come sono stati scelti gli attori per i due ruoli principali, che si sono distinti per aver impresso particolare veridicità ai ruoli che dovevano interpretare. Per quanto riguarda Nicholas Hoult, uno dei produttori ci spiega come fossero alla ricerca di un nuovo Johnny Depp, qualcuno con un viso e una capacità attoriale tale da essere estremamente trasformista. Vediamo anche come Nicholas e Teresa Palmer (Julie) si siano rapportati sullo schermo, donando alla dinamica romantica quell'intensità che arriva fino allo spettatore, trasformandosi, di fatto, in due novelli Romeo e Giulietta.
  • A Little Less Dead: the Acting Ensamble: In questo speciale vediamo come sono stati scelti tutti gli attori di supporto. Con degli interessanti dietro le quinte e interviste apprendiamo come ciascun attore si sia rapportato con il proprio personaggio, con gli altri protagonisti del film e con il film stesso e la sua storia, cosa hanno portato di personale nei loro ruoli e quali sono le parti del film e della sua realizzazione che più li hanno colpiti. Particolarmente interessante vedere come questi giovani attori si sono rapportati, sul set e fuori, con quel mostro sacro che è John Malkovich...
  • Extreme Zombie Make-over!in questo extra vediamo come è avvenuta la trasformazione in zombie di attori e comparse. Interessante sapere che questo film si è valso della collaborazione di un make-up artist nominato agli Oscar: che ci spiega qual è stata la sua idea di zombie e come poi l'ha resa sullo schermo, le tecniche utilizzate per dare "vita" (meglio "non-vita") ai morti e per renderli più veritieri. 
    Nicholas Hoult zombiezzato
  • A Wreck In Progress: qui possiamo scoprire come è stato effettivamente costruiti il mondo post apocalittico che vediamo nel film, soprattutto se teniamo conto che alcune delle scene più importanti del film sono state girate in un aeroporto e uno stadio... deserti! A quanto pare, dopo le olimpiadi ormai molto datate, a Montreal è stato possibile trovare queste due gigantesche locations abbandonate... Da notare che il direttore della fotografia di questo film , che si occupa principalmente della resa "reale" delle locations e degli ambienti, è lo stesso di Vicky, Christina Barcellona, insomma, mica nomi da poco...
  • Bustin' Caps: In questo speciale vengono analizzate le scene d'azione, come sono stati coreografati i combattimenti e come i diversi attori si sono immedesimati e messi in gioco in scene che per molti di loro erano molto lontane da ciò cui erano abituati. Particolarmente divertente la dolce Analeigh Tipton che descrive la scena di lotta che la coinvolge.
  • Beware The Boneys: Qui possiamo vedere come sono stati realizzati gli Ossuti, lo stadio estremo della trasformazione in zombie, qui frutto di un lavoro condiviso fra Make-Up e CGI.
  • Whimsical Sweetness: Teresa Palmer's Warm Bodies Home Movies: L'adorabile Teresa Palmer si aggira per il set catturando interessanti e divertenti momenti del back stage in una sorta di diario visivo. A parte l'ovvio elemento ludico di questo speciale, è davvero interessante avere la possibilità di aggirarsi per un set cinematografico come un addetto ai lavori.
  • Zombie Acting Tips With Rob Corddry: Screen Junkies mette su questa esilarante "intervista" che ha come protagonista Rob Corddry ma a cui partecipano tutti gli attori del film. Assolutamente da non perdere e poichè mi è impossibile spiegare quanto sia divertente questo speciale... eccovelo qui di seguito!

  • Deleted Scenes with Optional Commentary with Director Jonathan Levine: nove scene complete ma che non sono state incluse nella versione finale del film, e il mio adorato regista ci spiega perchè in un modo genuino e divertente.
  • Shrug & Groan Gag Real: Vi ho già detto quanto questo film sia divertente. Potete quindi ben immaginare come risultino questi bloopers direttamente dai dietro le quinte del film... Semplicemente esilaranti!
  • Audio Commentary with Director Jonathan Levine and actors Nicholas Hoult and Teresa Palmer: regista e attori protagonisti ci accompagnano nella visione del film. come dico sempre merita davvero avere la possibilità di vedere il film con chi a quel film ci ha effettivamente lavorato. Un'occasione unica per capire come funziona il favoloso mondo del cinema. In questo caso in modo esilarante.
Come potete ben notare (dalla sequela di puntini sopra indicati) quest'edizione Blu-Ray è straordinariamente ricca, a maggior ragione se si nota la lunghezza, davvero considerevole, di ogni speciale di per sè, che davvero sonda in ogni parte possibile l'argomento che tratta. Ancora più degno di nota il fatto che, fra tutti quelli sopra indicati, il commento di regista e attori è il SOLO speciale non presente nell'edizione dvd. Esatto: nell'edizione dvd, DISCO SINGOLO, sono presenti 11, e dico 11 contenuti speciali. Ancora non mi sono ripresa da questa shoccante notizia...

Passiamo ora alle note dolenti. Per questo Blu-Ray la sola lingua presente, anche per i sottotitoli, è la lingua inglese, cosa capibile se si pensa che è stato comprato in un negozio di Edimburgo... L'aspetto che però non è comprensibile è la totale assenza di sottotitolo (anche quelli per non udenti) nei contenuti speciali: questo vuol dire che se avete problemi, di qualsiasi sorta, d'udito, non compratevi questo Blu-Ray perchè non potrete godervi i contenuti speciali che, come avete visto, sono numerosi e considerevoli.

Su Amazon.uk questo Blu-Ray costa attualmente 10 sterline, 5 per l'edizione dvd, mentre per il mercato italiano i prezzi sono poco più di 18 euro per il Blu-Ray e poco più di 14 per il dvd. Ora potete comodamente usare i link presenti sotto il trailer che vi reindirizzeranno direttamente alle pagine Amazon desiderate per i vostri acquisti online.

Vi lascio con il trailer in lingua originale... Enjoy!