lunedì 14 settembre 2015

Paradiso Amaro (2012)

Questo è stato uno dei film che hanno segnato e siglato il mio amore per il Torino Film Festival, uno dei primissimi film che ho avuto il piacere di vedere a un film festival, per giunta a pochi passi dal regista, il grandissimo Alexander Payne, a cui ho potuto stringere la mano. Avevo scritto questa recensione allora e, non so per quale motivo, è andata poi perduta nei meandri cibernetica per mio pc. Ora, dato che ci tengo molto, alla recensione e al film, ve la propongo.

Le paradisiache isole Hawaii ospitano una storia che di paradisiaco non ha nulla, è anzi molto terrena, dolente, sofferta ma anche ironica e divertente che ti fa entrare nella quotidianità spezzata di una famiglia che cerca il modo di sopravvivere al tragico.

La voce fuori campo del protagonista ci accompagna in questa storia che ruota attorno alla famiglia King che si trova ad affrontare uno degli avvenimenti più shoccanti e terribili che possano accadere: in seguito ad un incidente in barca la moglie e madre Elizabeth King entra in coma. Matt King (George Clooney), avvocato schiavo del lavoro, convive con i suoi sensi di colpa per essere stato un padre e un marito assente, non conosce le sue figlie, che attraversano entrambe momenti difficili, e ora si ritrova a doverle crescere da solo.
Ma in lui permane la speranza di poter ancora sistemare le cose, di dare finalmente alla sua famiglia, a sua moglie, ciò di cui ha veramente bisogno, senza badare ai soldi o al lavoro.
Il tema del denaro, del capitale è costantemente presente per tutta la pellicola, accennato, nominato, bisbigliato ma è sempre presente. Sì, perchè i King fanno parte di quel gruppo di ormai poche famiglie che sono i discendenti (da qui il titolo originale The Descendants) dell'antica aristocrazia bianca hawaiana che ancora ai giorni nostri detiene un discreto potere costituito principalmente da paradisiaci terreni ideali per hotel e resort.
Nonostante il capitale che detengono, questi Discendenti sono caratterizzati dall'aspetto di "vagabondi" (come sottolinea lo stesso Matt King nella presentazione del suo parentame) e da uno spiccato senso del risparmio: sono tirchi e questo contribuisce ad accrescere la loro fortuna. Questo è un aspetto fondamentale, poichè è la fonte principale dei rimorsi di Matt: non ha mai accontentato moglie e figlie come avrebbero voluto, ma ora spera di poter rimediare anche a questo.
Ma le sue speranze vengono infrante quando i medici gli comunicano la irreversibilità del coma della moglie e non solo: in base al testamento biologico di Elizabeth, presto la respirazione assistita e tutto ciò che ancora la tiene in vita verranno staccate così che lei possa morire in pace e naturalmente.

George...

Il primo ostacolo che Matt si trova di fronte è comunicare la notizia a tutti: durante quasi tutto il film assistiamo a persone, come parenti e amici, che continuano a rassicurarlo che presto Elizabeth si riprenderà, perchè "lei è forte, è una che non si arrende e presto passerà anche questo", e Matt non li contraddice, non riesce a dire ad alta voce qual è la verità, a condividere il fatto che presto sua moglie non ci sarà più.
A peggiorare ulteriormente la situazione c'è la scoperta, da parte di Matt, di un segreto su Elizabeth: la figlia maggiore Alex (Shailene  Woodley, Divergent, Colpa delle stelle) ha scoperto che la madre aveva una relazione extraconiugale e questo aveva irrimediabilmente compromesso il rapporto madre-figlia portando un silenzio pesante e duraturo fra le due.

Il coma di Elizabeth, insomma, porta alla luce i dettagli scomodi di quella che era una normale e tranquilla famiglia, come se ne incontrano tante, e  obbliga i suoi membri non solo a riunirsi intorno alla tragedia ma anche a confrontarsi l'un l'altro senza scudi, senza difese, per tentare di risanare quello che è andato perduto da tempo.
A questo si collega la vicenda più grande del terreno di famiglia prossimo alla vendita per il bene di tutti i cugini King coinvolti, ma che sembra non essere la scelta migliore, almeno secondo Matt, che tentenna e prende tempo, e apre il grande discorso della responsabilità dei coloni bianchi e dell'amore per la propria terra.



La ricerca dell'amante della moglie sarà la casuale occasione per Matt di avvicinarsi alla figlia Alex e riuscire a condividere insieme uno dei momenti più importanti della vita di entrambi.
In una sorta di road trip fra le diverse isole hawaiane che coinvolge tutta la famiglia accompagnata dallo strano personaggio di Sid, un'amico di Alex corso in suo aiuto, la vicenda prosegue fra ironia, comicità, dure riflessioni, importanti decisioni che coinvolgono lo spettatore in un crescendo che culminerà solo con l'addio definitivo ad Elizabeth, che chiuderà tutto ciò che era rimasto ancora in sospeso e, insieme al dolore, porterà anche quella serenità che deriva dal non aver lasciato nulla d' intentato, nulla di non detto, ma di aver finalmente trovato il posto e la ragione per ogni cosa.


George Clooney lascia i panni del sex symbol per calzare mocassini e bermuda, perfetto nel ruolo del padre perso e poi ritrovato, Shailene  Woodley, qui in uno dei suoi primissimi ruoli sul grande schermo, riesce a staccarsi dal ruolo che l'aveva resa famosa in La vita segreta di una teenager americana e interpreta in modo convincente la ragazza problematica in conflitto con i genitori sulla via della perdizione, un cast insomma che si adatta facilmente alla pellicola dando ai suoi personaggi quella profondità di cui la storia ha bisogno.

L'edizione dvd in mio possesso elenca i seguenti extra:

  • Tutti amano George - A quanto pare è proprio vero: George Clooney è uno dei migliori attori con cui lavorare, almeno a detta dei suoi colleghi di set.
  • Lavorare con Alexander - Cast e Crew raccontano la straordinaria esperienza di essere diretti da Alexander Payne... mentre lui ci spiega come fare una perfetta omelette.
  • Il casting - A parte il grandissimo George (e Beau Bridges e Robert Foster) tutti gli altri attori hanno dovuto sottoporsi al rituale del casting: ecco com'è andata.
L'edizione blu-ray è, ovviamente, molto, molto più ricca.


Se non si fosse capito... il film mi è piaciuto e lo consiglio con grande entusiasmo.




lunedì 31 agosto 2015

EIFF2015: Inside Out

Ed eccomi finalmente ad uno dei miei grandi preferiti di quest'edizione dell'Edinburgh International Film Festival.
Quest'anno il pubblico ha potuto vedere in anteprima il nuovo lungometraggio Disney, in uscita sui nostri schermi in settembre.

Riley è una ragazzina come tante, ha due genitori che le vogliono bene, è allegra e spensierata, è un asso a hokey e ha la memoria zeppa di ricordi felici.
Ora però l'aspetta un'avventura tutta nuova: la famiglia si trasferisce e questo vuol dire nuova casa, nuova scuola, nuova squadra, nuovi amici.
Tutto questo, ovviamente, oltre che a stravolgere la sua vita, costringe Riley ad affrontare sentimenti che non aveva mai provato prima.
Ed è qui che entrano in gioco le emozioni che risiedono dentro di lei e che governano la sua vita, Gioia, Tristezza, Paura, Rabbia e Disgusto che a turno affrontano con lei tutte le varie esperienze che le si parano davanti (come il primo incontro con i broccoli o le avventure immaginarie nel salotto).
Gioia predomina, cercando di riempire la memoria e la vita di Riley con momenti felici ed entusiasmanti, cercando sempre di portare un sorriso sul suo viso, ma dopo il trasloco sembra che il suo compito sia particolarmente arduo dato l'improvviso cambiamento di Tristezza che sembra "contaminare" inavvertitamente i ricordi presenti e passati della piccola.
La situazione precipita quando Gioia e Tristezza scompaiono alla ricerca di ricordi felici perduti e al comando rimangono Disgusto, Paura e Rabbia.


La genialità di questo film sta nel far combaciare ad ogni avvenimento nella testa di Riley, con protagoniste le sue emozioni, ad avvenimento nella vita attuale della bambina, come diretta conseguenza di quello che sta succedendo al suo interno, nella sua intimità. In questo modo le azioni e i comportamenti di Riley sono collegate strettamente a quello che le cinque emozioni combinano nella sua testa che, detto così, sembra anche una cosa logica e ovvia ma provate a trasportarlo su schermo riuscendo anche a giustificare le azioni/reazioni: non deve essere stato affatto facile, soprattutto farlo in un modo così... naturale.
Si, perché è proprio la naturalezza di tutto quello che passa sullo schermo a sorprendere di più. Ciò che vive Riley non è né nuovo né originale, il difficile momento di transizione è già stato visto e soprattutto vissuto da ognuno di noi e l'avventura epica è quella delle emozioni dentro la sua testa, ma questi due aspetti si amalgamano insieme così strettamente che anche la vita di Riley diventa "epica" per il solo fatto di essere vissuta. Ogni momento che affronta, ogni situazione che vive anche le più piccole e insignificanti si caricano di importanza e dignità perché le emozioni, quelle che noi riusciamo questa volta a vedere, ci spiegano quanto grandi e importanti siano quei piccoli momenti nella vita di Riley, come nella nostra.



Il tutto condito da quella comicità animata che fa ridere di gusto con battute destinate a diventare cult, ma d'altronde se a doppiare ci sono personaggi come Amy Pohler e Bill Header (Saturday Night Live) e la magnifica Mindy Kaling (The Mindy Project) non ci si può aspettare nulla di diverso...

Non sorprende che ci abbiamo messo 5 anni per portare a realtà Inside Out e devo dire che il lavoro fatto è stato assolutamente magistrale, rasentando la perfezione.
Se ci fossero ancora dei dubbi la Disney è definitivamente uscita dal suo personale Secolo Buio (quello di Bolt, Chicken Little e Mucche alla Riscossa per intenderci) ed è tornata a regalarci i Classici che hanno appassionato la nostra infanzia.

Il film in Italia uscirà il 16 settembre e, sinceramente, non vedo l'ora di farmi emozionare di nuovo.



lunedì 17 agosto 2015

EIFF2015: The Messenger

Beeene, proseguiamo, che siamo molto in ritardo sulla tabella di marcia!

Questo film, The Messenger, è stato etichettato come thriller/horror psicologico quindi l'idea di andarlo a vedere in seconda serata non mi attirava proprio ma dato che alla proiezione era presente anche il mio amato Robert Sheehan non ho potuto resistere.

Jack (Robert Sheehan) è un ragazzo allo sbando, non ha un lavoro, non si cura di se stesso, dorme a malapena. E' tormentato. Jack può vedere e sentire cose che gli altri non vedono o sentono ed è costantemente contattato da presenze che gli chiedono insistentemente aiuto.
Jack per quanto voglia sottrarsi alle costanti richieste non può fare a meno che assecondarle cacciandosi costantemente in situazioni difficili più grandi di lui che riesce a malapena a gestire.
Questo fino a che non arriva Mark. Mark è un giovane giornalista di guerra, bello, carismatico, noto, impegnato, ha una giovane moglie bellissima, giornalista come lui, che lo ama moltissimo. Mark è stato ucciso a pochi metri da casa, sua moglie Sarah che lo aspettava al balcone, e tutto quello che vuole è farle sapere che lui la ama con tutto sé stesso.
Ma la faccenda non è così semplice.

Robert Sheehan in una scena
Mark, come sua moglie, sono dei personaggi pubblici e il suo brutale omicidio ha attirato parecchia attenzione e la polizia sta lavorando senza sosta per trovare i responsabili.
Jack non può fare a meno, data soprattutto l'insistenza di Mark, di farsi coinvolgere in prima persona, attirando così l'attenzione della stessa polizia che non si spiega la sua costante presenza intorno alla famiglia del defunto e della sorella (Lily Cole) preoccupata per la sua condizione.
Sembra che per portare il suo messaggio questa volta Jack dovrà mettere in discussione forse più di quanto sia disposto a concedere...

Devo dire che data la storia e queste premesse mi aspettavo molto di più da questo film. L'elemento horror, su cui contavo tanto all'inizio e da cui ero maggiormente "preoccupata" è quasi inesistente, aspetto interessante dato il forte carattere sovrannaturale del film che avrebbe potuto essere pompato maggiormente, per regalare agli spettatori attimi di vera "strizza".
Il film tiene il pubblico sospeso per buona parte della sua durata ma quando è il momento di tirare le redini, i rei in barca, di dare quei colpetti che ti fanno vacillare, seguiti dal grande colpo di coda finale, ecco, qui si perde, smorzando la tensione e lasciando troppo tempo allo spettatore per rendersi conto di quello che sta succedendo, togliendogli il classico momento di smarrimento e terrore che questo genere dovrebbe portare con sé.
Purtroppo anche l'aspetto thriller non è abbastanza sottolineato: l'indagine in sé perde di mordente dopo i primi indizi per arrivare ad un finale senza una vera e propria risoluzione del mistero.

A questa non aggiungo altro...
Rimane uno straordinario Robert Sheehan, l'indimenticabile e amaramente rimpianto Nathan di Misfits, che dà un'interpretazione magistrale supportando, da solo, tutta la pellicola e rendendola degna di essere vista.




EIFF 2015: The Overnight

Continuo la mia rassegna dell'Edinburgh International Film Festival con The Overnight, una pellicola da 79 minuti che, come si può ben intuire dalla locandina, contiene momenti goliardici principalmente a tema (soft) sessuale, con scambismo e tante situazioni ilari.

Emily (Taylor Shilling, la protagonista di Orange is the New Black, e già questo dovrebbe darvi qualche indizio) e Alex (Adam Scott) sono una giovane coppia carina carina, hanno un bambino piccolo, si sono da poco trasferiti e ancora non conoscono nessuno. Sono una coppia "normale", niente scossoni, niente drammi, niente di troppo eccitante.
Al parco, grazie ai rispettivi figli che fanno amicizia, conoscono Kurt e Charlotte che non potrebbero essere più diversi da loro. Lui (Jason Schwartzman) è una sorta di genio che vive di rendita grazie ad una miracolosa invenzione per purificare l'acqua e che si diletta nel tempo libero con la pittura. Lei (Judit Godrèche) è una donna bellissima e disinibita di origini francesi, raffinata, con un passato da attrice.

Emily e Alex vengono invitati a cena dai nuovi amici e la serata ha inizio.
I due non riusciranno ad uscire più dalla casa se non alle prime luci dell'alba dopo una serata di autentiche e letterali follie (alcol, sostanze allucinogene, dipinti conturbanti, situazioni sessualmente ambigue...), profondamente scossi dall'esperienza e anche più consci di loro stessi e della loro relazione di coppia.

Le cose cominciano a farsi strane...
Devo dire che, date le enormi aspettative che mi derivavano da un tale cast, mi aspettavo molto meglio.
Certo c'è da divertirsi ed effettivamente il cast d'eccezione dà a questa pellicola, che altrimenti potrebbe passare per la classica ca***ta su follie notturne di una volta nella vita, quel qualcosa in più. Alcune situazioni fanno effettivamente ridere di gusto ma altre, almeno dalla sottoscritta, sono state percepite come eccessivamente esagerate, come a voler cercare ossessivamente un estremo del tutto non necessario alla riuscita del film. Già di per sé, con le tematiche e le situazioni che mette in scena, la pellicola sarebbe stata goliardica e di intrattenimento, ma alcune scene arrivano ad un limite che guasta quasi il divertimento avuto in precedenza. 
Insomma un classico caso di "il troppo, stroppia".

Sì, decisamente strane...
Rimane comunque un fantastico cast che si destreggia in situazioni tragicomiche che può essere di sostegno ad una serata grigia e deprimente in cui non si ha voglia di mettere in moto quei due neuroni rimasti funzionanti dopo una giornata di stress...

Ed eccovi qui il trailer... 


mercoledì 24 giugno 2015

EIFF 2015: The Circle

Svezia, un paesino di minatori in mezzo a boschi, montagne e nebbia. La comunità viene scioccata dalla morte di un adolescente, un suicidio, all'apparenza. Già perché nella piccola cittadina tranquilla e un po' spettrale in realtà si muovono forze magiche misteriose e violente che sembrano risiedere proprio nel liceo locale.
Ben presto sei studentesse, appartenenti a gruppi sociali molto diversi tra loro (la disadattata, la goth, la secchiona, la popolare...), si ritroveranno a seguire una luna rosso sangue che sembra guidarle, in trance, nel mezzo del bosco. Scopriranno di essere streghe, ma non streghe qualunque, ma proprio quelle Prescelte (the Chosen Ones) che potranno impedire l'entrata di temibili demoni nel nostro mondo.

...
Ok, parliamone.
Film primo di una trilogia (ma non mi dire...) tratto da una serie di libri molto popolari in Svezia e che a quanto pare stanno approdando un po' ovunque (sì, anche in Italia con la copertina più improponibile mai vista).
Da cosa partiamo? Pro o contro? Beh dai, faccio la brava e inizio con i pro.

E' un film di una tecnica impressionante. Data la fortissima presenza soprannaturale, gli effetti speciali sono assolutamente necessari e in questo caso possiamo parlare di un livello artistico e tecnico da far degna competizione ai grandi blockbuster americani. Ne sono rimasta favorevolmente colpita. Le attrici, giovanissime e quasi tutte alla prima esperienza cinematografica danno una buonissima prova di sé consegnando una recitazione di altissima qualità.
La narrazione, dalle tinte un po' horror, riesce a tenerti coinvolto per le più di due ore di durata.



Ecco, la storia.
Insomma, va bene per uno di quei sabato pomeriggio in cui non sapete che fare e cercate uno scampo alla noia che vi avvolge. Però c'è qualcosa che non mi convince. A sua discolpa va detto che, essendo il primo film di una serie, in questo andavano poste le basi e descritto l'universo delle protagoniste e fra magia, streghe, demoni, liceo, poteri, caratteri delle protagoniste... c'era molto in ballo.
MA.
La cittadina è una novella Sunnydale (avete presente? Buffy? La super cazzuta ammazzavampiri?), una sorta di sfigatissimo paesino ricco di miniere in rovina che guarda caso sembra essere la porta per tutti i mali non solo di questo mondo ma anche di altri.
Non uno, ma ben sette prescelti e dico sette (due dei quali non arriveranno alla fine del primo film, ups spoiler alert!) che poi forse è davvero una sola prescelta ma sono importanti tutte perché il cerchio è il cerchio e si ha bisognoditutteperfarelemagieeseproviafarledasolanonfunzionanoe... (respiro profondo).


Il concetto di fondo (noi tutte ragazze unite ce la possiamo fare) non sarebbe neanche male ma sembra qualcosa di già visto e rivisto e spero che magari prenda una forma nuova e inaspettata nei prossimi capitoli ma per adesso non mi convince.
I personaggi sono ben caratterizzati così come sono stereotipati: la stronza che non degna le altre, la cervellona senza amiche, la ragazza facile dal cuore d'oro, l'outsider che sembra una sorta di serial killer in cerca di vittime da cui ti aspetti un colpo di testa da un momento all'altro... (comunque uno dei personaggi più riusciti e interpretato magnificamente).
Ovviamente tutto questo non è da imputarsi a regista e sceneggiatore ma agli autori dei libri: certo è tutt'altra questione se i libri sono magnifici (come sembravano suggerire alcune spettatrici al Q&A post proiezione) e la trasposizione si è lasciata qualcosa alle spalle.
Rimane comunque una sorta di ansia horror legata all'ignoto del soprannaturale che si insinua nello spettatore dall'inizio, soprattutto grazie alle ambientazioni e agli effetti speciali, peccato che poi quando quell'ansia viene spiegata con la logica interna al film si va a perdere tutta quella solleticante tensione che teneva vivo l'interesse.

Traete voi le dovute conclusioni: carino, ben fatto, ma non un must seen, non assolutamente da vedere. Ve lo consiglio, come dicevo, per uno di quei pomeriggi dove l'ignavia regna sovrana ma siate consci di quello che andate a vedere.
Poi, magari, dopo la visione, tornate qui e ne parliamo.

Vi lascio con il trailer ufficiale svedese ma tranquilli: di parlato c'è poco o niente!




sabato 20 giugno 2015

EIFF 2015: It's Already Tomorrow in Hong Kong

Josh e Ruby si incontrano una sera a Hong Kong. Lei è arrivata da poco, si deve incontrare con degli amici e non sa come raggingerli. Josh, annoiato da una festa di compleanno troppo caotica, si offre di accompagnarla.
I due cominciano a camminare per le strade di una magnifica Hong Kong che cambia insieme al loro rapporto: bar per turisti, mercatini notturni, panorami luminosi e intanto Josh e Ruby si fanno sempre più vicini, l'uno all'altra, svelando sempre più sè stessi e del proprio mondo allo sconosciuto al loro fianco.
Camminano e si raccontano.
L'attrazione è palese ma forse il tempismo è sbagliato: Josh è fidanzato e i due si lasciano senza possibilità di rivedersi mai più.

Un anno dopo Ruby e Josh si incontrano casualmente su un traghetto. E la loro camminata continua.

Questo film romantico e intenso può essere facilmente descritto come due personaggi che parlano camminando fra le strade di una delle città più belle, caotiche, psichedeliche del mondo.
Eppure c'è molto di più. La regista e sceneggiatrice Emily Ting riesce a caricare quelle camminate e quelle conversazioni di una grande tensione emozionale che pervade tutto il film e che fa sperare allo spettaore, fin dall'inizio, che questi due personaggi, che sembrano così perfetti l'uno per l'altra, finiscano finalmente con il cedere alla loro passione e coronare il tutto in un lieto fine.
Non vi è nulla di fisico, nulla di estremo, eppure una tale carica pervade tutto il film che lo spettatore ne rimane quasi stremato, alla sua conclusione.


Sicuramente complice di tutto questo è la perfetta alchimia fra i due attori principali, Bryan Greenbergh e Jamie Chung, coppia anche fuori dal set.
E poi c'è Hong Kong, la terza, grande protagonista di questa storia che non esisterebbe senza la sua ambientazione: insieme ai protagonisti scopriamo la città dei colori, delle luci, dei contrasti, degli opposti che si fondono in un tutt'uno unico al mondo.

Una commedia romantica insolita e assolutamente coinvolgente in cui lo spettatore è chiamato in prima persona a diventare parte attiva nella vicenda dei personaggi, proiettando le proprie speranze e i propri desideri nella storia che gli passa davanti ai suoi occhi.

Come si può ben intuire, lo consiglio caldamente a tutti.
Purtroppo non è ancora disponibile un trailer ufficiale, ma non temete verrete aggiornati appena possibile. Intanto vi lascio con una clip sfiziosa... Enjoy!


EIFF 2015: Every Secret Thing

Ronnie e Alice hanno 11 anni e sono vicine di casa. Non sono amiche, a malapena si sopportano.  Ronnie è schiva e tacciata come strana da tutti i compagni, Alice è pafutella, vuole piacere a tutti i costi e pensa che la madre le preferisca quella ragazza strana e tacitura della porta accanto.
Di ritorno da una fasta di compleanno da cui sono state cacciate fra gli sguardi giudicanti delle compagne, Ronnie e Alice si imbattono in una neonata che piange sotto un patio signorile. Sull'onda del momento la prendono con sè giurando di prendersi cura di lei come se fosse loro.
Il corpo della neonata viene ritrovato tre giorni dopo.

Sono passati sette anni e Alice (Danielle Mcdonald) e Ronnie (Dakota Fanning) da alcune settimane sono di nuovo in libertà dopo la detenzione per rapimento e omicidio. Cercano, ognuna a suo modo, di ritornare ad una sorta di normalità quando nel quartiere una bambina di tre anni scompare da un negozio.
Sul caso indaga la detective Nancy Porter (Elizabeth Banks), colei che aveva trovato la neonata sette anni prima.


Il collegamento fra i due casi sembra insindacabile ma la verità, a volte, è ancora più terribile di qualsiasi immaginazione.

Un film che tiene con il fiato sospeso fin dai primi minuti, raccontando qualcosa di scioccante e inconcepibile, una storia che rifiutiamo di accettare anche quando le immagini ci smentiscono.
Una storia scomoda che racconta realtà che vediamo, e speriamo, sempre lontane da noi.
Eppure Amy Berg, documentarista al suo primo film fiction, riesce a portare sullo schermo principalmente i personaggi e le loro complessità piuttosto che l'atroce narrazione, creando così un film che, prendendo spunto da un fatto terribile, indaga le profondità dell'animo umano dove niente è come sembra e orribili contrasti possono convivere fianco a fianco.
Una prova eccezionale è data dal cast, semplicemente perfetto, a partire da una Diane Lane, nei panni della madre di Alice, che riesce a portare sullo schermo l'intero spettro della complessa personalità del suo personaggio. Sono stata particolarmente colpita dalla magistrale interpretazione della giovane Danielle Mcdonald che coraggiosamente interpreta uno dei personaggi più controversi che abbia visto negli ultimi anni.


Che dire? Questo Film Festival si sta rivelando ricco di interessanti sorprese e vi consiglio caldamente di non perdervi questo Every Secret Thing alla sua uscita.

Vi lascio con il trailer... Enjoy!