venerdì 19 giugno 2015

EIFF 2015: The Stanford Prison Experiment

Devo dire che questo Film Festival non era iniziato nel migliore dei modi. Settimane fa, quando mandai l'application per il mio amato accredito da blogger, con orrore ricevetti una lettera in cui mi veniva comunicato l'infausto verdetto: REJECTED. Ora, anche per chi avesse una conoscenza base dell'inglese sa che quella non è una bella parola. Sono seguiti giorni di disperazione, ho attraversato ogni fase possibile del lutto, lacrime amare accompagnate da musica melensa.
Ero però decisa a tornare in ogni caso nella mia amata Edimburgo (e dal mio amante infedele, l'Edinburgh International Film Festival, al quale mi ero convinta a concedere una seconda chance) per cui eccomi di nuovo qui, in un freddo giugno scozzese, nella speraza di vedere qualche bel film.
E devo dire che il mio amante, per quanto infedele, non si smentisce mai...

Ho cominciato con qualcosa di leggerino: giusto un filmetto che ricoscruisce l'esperimento psicologico denominato The Stanford Prison. Non ne avete mai sentito parlare?
Beh, semplicemente, nel 1971 all'Università di Stanford (parliamo di Ivy League, mica pizza e fichi) un docente di psicologia decide di chiudere in un ala dell'università 12 studenti che vengono divisi fra guardie e prigionieri con un'unica regola: nessuna violenza fisica. I risultati furono scioccanti, a tal punto che l'esperimento fu terminato dopo soli sei giorni delle due settimane preventivate.
I "prigionieri" vennero spogliati di qualunque cosa, compresa la loro identità e ben presto cominciarono a sentirsi davvero in prigione mentre le "guardie", soprafatte dal potere incontrollato concesso loro, si spinsero fino ai limiti della morale umana con azioni che non avrebbero saputo spiegare nemmeno a se stessi.


Il film si presenta come una ricostruzione fedele dell'accaduto, tanto che è molto difficile distinguere le immagini di repertorio da quelle della ricostruzione filmica. Persino alcuni membri del cast si presentano come copie fedeli dei veri protagonisti della vicenda.
Nonostante la pesantezza del tema, però, il regista riesce ad inserire piccoli elementi di leggerezza (una battuta inaspettata, una musica di contrasto...) che rendono questo film assolutamente godibile senza attenuare la potenza delle immagini e del tema trattato.


Il cast è formato da attori d'eccezione: ogni personaggio, persino quelli minori, ha la sua dignità e la sua importanza fondamentale per la riuscita della rappresentazione e gli attori coinvolti riescono perfettamente in questo difficile compito. Oltre a Billy Crudup, nel cast ci sono praticamente tutti quelli che vanno a formare la talentuosa giovane Hollywood: Ezra Miller, Michael Angarano, Nicholas Braun, Tye Sheridan e persino Moises Arias, il Rico di Hannah Montana, giusto per citarne alcuni.
Insomma, inizio questo EIFF 2015 con il botto, con un film che merita assolutamente di essere visto e che ragala duri momenti di riflessione senza essere un macigno sulla nostra coscienza. Consigliatissimo.
Vi lascio con il trailer... Enjoy!


1 commento:

  1. WoW! Avevo visto The Experiment, sempre sullo stesso tema e già quello mi aveva colpito abbastanza! questo sembra anche tosto, sociologicamente ed emotivamente tosto! Grazie!

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