martedì 24 settembre 2013

The Host (2013) British Version

Da domani sarà disponibile anche per il mercato italiano questo film, sia nella versione DVD che in quella Blu-Ray. Qui nel Regno Unito The Host era già uscito per l'Home Video un paio di mesi fa e si, ho fatto l'azzardo di comprarlo: il film, contro ogni aspettativa, mi era piaciuto, come avevo scritto nella mia recensione che potete trovare qui, in più la pellicola è costellata di bonazzi attori molto talentuosi e così ora questo DVD si trova nella mia personale collezione.

Jared e Melanie
Dunque senza ulteriori indugi passiamo alla rassegna contenuti speciali: 

  • Deleted Scenes: in questo speciale sono raccolte quattro scene montate e pronte per la visione che poi non sono state inserite nella versione finale del film. Sono scene brevi, che constano di poche battute, ma che ci possono dare un ulteriore frammento della personalità dei personaggi coinvolti. Devo dire che in ogni caso questo speciale non mi ha entusiasmato moltissimo: speravo in qualcosa di più sensazionale, insomma quei retroscena della storia che uno spettatore guardando il film vorrebbe approfondire. Rimangono un interessante extra.
  • Feature Commentary: il regista Andrew Niccol, il produttore Nich Wechsler e Stephanie Meyer commentano il film. Come dico sempre questo è uno dei contenuti più interessanti, fra gli extra di un'edizione Home Video, che dà allo spettatore l'occasione unica di guardare il film con chi vi ha lavorato e sapere in questo modo come le scene sullo schermo hanno preso vita. Tuttavia di solito preferisco avere il punto di vista anche del cast, degli attori, che di solito danno una buona dose di divertimento al commento.
  • Bring the Host to Life: the Making of The Host: I protagonisti raccontano e si raccontano in questa serie di interviste girate direttamente sul set. Vediamo come sono stati scelti gli attori e come questi si sono relazionati con i rispettivi personaggi ma soprattutto come si sono relazionati fra loro, come hanno cercato di creare un'alchimia necessaria e totalmente visibile nelle interazioni (soprattutto quelle romantiche) sullo schermo. Vediamo anche come è stato creato il mondo sotto il dominio alieno, corredato da macchine scintillanti, rifugi segreti e inquietanti occhi blu cielo. Interessante sapere come è stato ricostruito il rifugio di zio Jeb, solo parzialmente dotato di effetti in CGI e quasi interamente costruito in studio.

Ian e Wanda

Dato che la mia edizione è quella britannica, la lingua, anche per quanto riguarda i sottotitoli per non udenti, è l'inglese.
Nota negativa: i sottotitoli sono presenti per la sola visione del film e non quindi per i contenuti speciali e per il commento al film. A parte gli evidenti disagi per chi non parla fluentemente inglese, trovo che questo fatto sia una gravissima mancanza di rispetto e attenzione per i non udenti: possono godersi il film ma non i contenuti speciali di un'edizione DVD neanche tanto ricca... Questa la trovo una gran bella ingiustizia e, per la prima volta, sconsiglio l'acquisto di questo DVD a chiunque possa trovare questo aspetto un ostacolo: non ne vale la pena.

Su Amazon potrete trovare questo DVD per poco più di 9 euro, poco più di 13 per il blu-ray che comunque non consta di contenuti extra aggiuntivi.

Vi lascio con una divertente intervista ai protagonisti maschili, gli adorabili Jake Abel e Max Irons: potete trovarne altre sul nostro nuovissimo canale YouTube, di cui potete trovare il link nelle informazioni. Enjoy!



lunedì 16 settembre 2013

La Regola del Silenzio - The Company You Keep (2012)

Non so se ve l'ho già detto ma a me piace dare un significato alle cose che possiedo. Specialmente dvd e libri, di modo che non siano semplici oggetti ma serbino dentro di sè il ricordo di un frammento della mia vita.
Questo dvd rappresenta la mia rivalsa sulla Mostra del Cinema di Venezia dell'anno scorso: eravamo partire quasi esclusivamente per vedere questo film ma i biglietti era già esauritissimi. Almeno ci siamo viste Robert e Shia dal vivo... Oh Shia... ... ...

Ehm... Dunque... Quest'anno, allo stand allestito dalla 01 Distribution ho trovato questo dvd per 9 euro, e non potevo lasciarmelo sfuggire. Ho riequilibrato, almeno un pò, il mio personale karma filmico...

Susan Sarandon arrestata dalla polizia
Il film racconta di un delicatissimo periodo della storia americana: la guerra del Vietnam e le rivolte giovanili degli anni '60/'70 che ne conseguirono. Ma soprattutto come quelle azioni che sembrano così lontane abbiano ancora affetti sulla nostra società contemporanea.
Tutto si scatena quando una donna, una tranquilla casalinga madre di famiglia, viene arrestata con l'accusa di aver partecipato, praticamente 40 anni prima, ad un attentato che costò la vita ad una guardia giurata. L'attentato era stato ricondotto all'organizzazione terroristica dei Weather Underground (realmente esistita).
Da questo momento viene innescata una concatenazione di eventi che culminerà in una frenetica caccia all'uomo che coinvolgerà un avvocato, padre single, che lascerà tutto per cercare di dimostrare la propria innocenza, un giovane reporter alla ricerca della notizia della sua carriera, ex giovani rivoluzionari e un grande dispiegamento di forze di polizia.

Shia LaBeouf in una scena... Oh Shia...
Come avevo già scritto per The East, per tutto il film pervade quella sensazione di incertezza che deriva da terribili azioni compiute nel nove di una causa più che giusta, e ne risulta una difficile presa di posizione, per lo spettatore e per i protagonisti stessi.
N.d.A. In questo film compare anche quella che sarà, un anno dopo, la protagonista proprio di The East, la bellissima e talentuosa Brit Marling.

Ispirato all'omonimo romanzo di Neil Gordon, un film di sicuro non leggero, che anzi in certi punti può anche risultare un pò lento e di difficile comprensione, ma che tratta con maestria senza tralasciare o edulcorare nulla un disagio giovanile che intacca ancora la società attuale. E tutto questo sotto la fulgida guida di uno dei grandi del cinema odierno come Robert Redford che si circonda di un cast eccezionale per portare sullo schermo un film vero e potente. Insomma, da vedere assolutamente.

Robert Redford in fuga
Passiamo ora ai contenuti speciali di questa edizione dvd che seppur "semplice" (un solo disco) è ricca di approfondimenti ed extra interessanti:

  • - Dietro le quinte: attraverso la voce degli stessi protagonisti, questo speciale spiega il film, la sua storia, che affronta un argomento molto delicato e molto potente come il terrorismo degli anni '70 ad opera di studenti americani, tema ancora molto vivo nelle nostre coscienze. Interessante come gli attori ci portino a conoscere i loro personaggi, specialmente i membri dei Weatherman, a capire cosa si cela nel loro intimo, cosa li muove nel loro agire e in cosa credono.
  • - Il Movimento: Uno sguardo più accurato a quello che era il manifesto dei Weather Underground, che altro non è che traduzione ed espressione di una delle più grandi rivolte giovanili che l'America abbia mai dovuto affrontare, durante una guerra, quella del Vietnam, che ancora oggi è una dolorosa e oscura macchia indelebile su una delle nazioni più potenti del mondo. Molto interessante notare che in questo film ci sono attori, come Robert Redford o Susan Sarandon, che hanno davvero vissuto quel terribile momento, hanno davvero letto notizie al telegiornale e visto i ragazzi scendere in piazza. Raccontano quindi non solo una finzione scenica, ma anche un frammento della loro stessa vita. Quando Julie Christie spiega come i giovani, costretti alla leva militare obbligatoria per una guerra in cui non credevano, capiscono che una rivolta pacifica non sarebbe mai stata ascoltata e quindi iniziano una ribellione violenta, non sono nozioni che un'attrice ha dovuto imparare per la sua parte, ma sono ricordi di una donna matura che è stata giovane quando tanti giovani come lei morivano in una guerra vergognosa. 
  • - La Sceneggiatura: Interessante speciale su come un film prende vita. In questo caso si partiva da una sceneggiatura molto scarna che è stata rimaneggiata più e più volte in corso d'opera, grazie anche al lavoro con il cast, fino a diventare il risultato che è approdato sugli schermi.
  • - Preparazione: Ovviamente per un film del genere gli attori si sono sottoposti ad una particolare preparazione, per sondare a fondo i loro personaggi. Questo speciale, soprattutto attraverso la voce di Shia LaBeouf, ci spiega questo procedimento di costruzione.
  • - Il Cast: Qui vediamo come il cast è stato formato, come interagivano gli uni con gli altri e con quel mostro sacro che è Robert Redford, qui attore principale e regista. Interessante, ovviamente, lo scarto generazionale: attori molto giovani che portano sullo schermo un disagio e una voglia di affermarsi molto simile a quella che muoveva i ribelli negli anni '70, che si confrontano con i grandi nomi che hanno fatto la storia del cinema che quasi interpretano sè stessi. Insomma, sembra una gran bella lezione di Storia e di Cinema...
Le lingue sono l'italiano e l'inglese con la possibilità di sottotitoli in italiano per non udenti. Cosa bella, importante e non sempre presente: i sottotitoli sono presenti per qualsiasi contenuto del film.

Su Amazon potete trovare questo dvd per poco più di 12 euro, 19 per il Blu-Ray.

Vi lascio, come al solito, con il trailer del film... in lingua originale!




mercoledì 11 settembre 2013

Kick-Ass (2010) Edizione Speciale Due Dischi

È da poco uscito al cinema Kick-Ass 2 e, in onore di questo, eccomi a recensire il primo capitolo di questa rivoluzionaria saga.

Due parole sulla trama.
È un film sui supereroi, ma non ci sono morsi di ragni radioattivi o strane mutazioni genetiche, e nemmeno miliardari dal passato oscuro (ammettilo Bruce, ti piace vincere facile...). No, qui ci sono semplici adolescenti appassionati di fumetti che si chiedono perché nessuno si è mai messo una maschera e abbia iniziato a combattere il crimine. Per davvero. 
Dave, liceale perfettamente nella norma e un disastro con le ragazze, mette finalmente in pratica questa sua fantasia creando Kick-Ass e dando il via, suo malgrado, ad una serie di avvenimenti che sfoceranno in una lotta senza esclusione di colpi contro una delle più grandi organizzazioni del crimine organizzato.
Questa, a grandi grandi linee è la trama. Ma già in queste poche righe si percepisce la totale innovazione che un personaggio come Kick-Ass porta sugli schermi e nella società stessa: un supereroe senza superpoteri, un supereroe figlio della società contemporanea in cui non esistono superuomini ma solo persone, una società che non crede più nello straordinario di per sè stesso ma solo, semmai, in quello che può scaturire dalla quotidianità più spiccia, quella che tutti noi viviamo ogni giorno (e forse alla luce di questo si può capire il colossale flop del nuovo Uomo d'acciaio... Povero Henry Cavill, che sfiga...).
Evan Peters, Aaron Johnson e Clark Duke

Dunque ora passiamo a parlare del DVD. Sono in possesso di una strepitosa edizione speciale due dischi, con una strepitosa e super cazzuta sovra copertina (quella che potete vedere all'inizio di questo post).

Il primo DVD contiene il film, di cui è disponibile la visione con il commento del regista Matthew Vaughn, sottotitolato in italiano.
Anche se sentiamo la voce del solo regista questo commento audio è davvero interessante e divertente, soprattutto ti spiega la realtà di un film come Kick-Ass, che rimane una piccola produzione indipendente britannica, con un regista britannico e un attore protagonista britannico e un budget molto ridotto che si realizza in quello che sembra a tutti gli effetti un grande blockbuster americano.
Spettacolare.

Passiamo al secondo DVD.
Sulle note di Make me wanna die dei Pretty Reckless si apre il menù:
  • Interviste: Qui ho avuto un sussulto di sorpresa. Mi aspettavo le solite due o tre intervistucole e invece mi si apre davanti un elenco di ben 13 nomi, che ora vi spupazzate anche voi: Aaron Johnson, Christopher Mintz-Plasse, Chloe Moretz, Nicholas Cage, Mark Strong, Lyndsy Fonseca, Clark Duke, Evan Peters, Matthew Vaughn (regista), Jane Goldman (sceneggiatrice), Mark Millar (creatore del fumetto), John Romita Jr. (creatore del fumetto) e Tarquin Pack (produttore). Gli attori analizzano minuziosamente i personaggi che interpretano dandocene una visione a tutto tondo quasi fossero dotati di una vita al di fuori dello schermo. E sono anche divertenti. Come quando Aaron Johnson racconta che per prepararsi per il suo personaggio NON doveva andare in palestra e che è stato addestrato solo per un paio di settimane in confronto ai mesi che sono serviti di preparazione per Chloe Moretz/Hit Girl, oppure il fatto che Christopher Mintz-Plasse sia ancora stupito del fatto che si siano fidati a fargli guidare la Mist-Mobile, macchina costata 500.000 dollari, a lui, ragazzino che ha dovuto imparare a guidare con il cambio manuale appositamente per quella macchina. Assolutamente da vedere, poi, l'intervista ad una giovanissima Moretz che spiega quanto adori il bastone ornato di due enormi katana, la sua arma preferita in tutto il film. Il regista Matthew Vaughn spiega invece come, grazie a questo film, abbiano de costruito e poi rimodellato il genere dei supereroi. E questo rimanendo un piccolo film britannico indipendente... Lo so, pazzesco eh?
  • Il fumetto di Kick-Ass: un Mark Millar con un pazzesco (e adorabile) accento scozzese ci spiega l'idea dietro al fumetto da lui creato e lo strepitoso (e insperato) successo che ha avuto. A quanto pare il primo numero ha venduto più di Spider-Man. Questo è il frutto di un profondo amore per i fumetti... E un'esperienza autobiografica di Miller stesso! Già, a quanto pare il quindicenne Mark andava in giro con un amico per lo sperduto paesino scozzese in cui è cresciuto a fare ronde e ad allenarsi in palestra.
  • Un nuovo genere di supereroe: dietro le quinte di Kick-Ass: Altro speciale altre sorprese. Anche qui si apre un ulteriore menù con altri quattro approfondimenti sui vari aspetti del fumetto, del film e come il primo si è tradotto nel secondo dopo appena tre albi pubblicati. A quanto pare, tra l'altro, è stato il famoso conduttore britannico Jonathan Ross a far partire tutto...
  • Locandine
  • Fotogallery


Kick-Ass 
Devo dire che con questa edizione DVD mi è successo qualcosa che non mi capita spesso. a
Adoravo il film prima, quando è uscito l'ho visto il prima possibile (in versione originale) e poi di nuovo in italiano. Insomma già in film da solo mi aveva preso tantissimo. Ma ora, dopo questi contenuti speciali, sentir parlare del progetto dagli stessi addetti ai lavori, sentire la passione che pervade tutto il mondo di Kick-Ass, scoprire il vero volto di attori ora famosi (ma comunque non famosissimi) che si rapportano con il pubblico in modo divertente e umile... Beh, sono semplicemente innamorata! Dopo questa visione dei contenuti speciali questo film schizza in vetta alla mia personale classifica di preferiti.

Non credo ci sia bisogno di dire che lo consiglio. Caldamente.

Le lingue sono l'italiano e l'inglese con la possibilità dei sottotitoli in italiano e italiano per non udenti (un po' povera...)

Su Amazon potete trovare questa edizione speciale per poco più di 8 euro, mentre sono poco più di 12 per l'edizione Blu-Ray. A quanto pare non è prevista un'edizione disco singolo, almeno nel negozio online, ma sono abbastanza sicura che ci sia anche questa possibilità.

Vi lascio con il trailer in lingua originale.



giovedì 5 settembre 2013

Venezia 70: Locke

Martedì 3 settembre, ore 15, Movie Village:
Io (ingurgitando amareggiata un tristissimo panino): “Tom Hardy mi ha parecchio deluso. Se ne stava lì, annoiato, rispondeva con strafottenza alle domande dei giornalisti e masticava la gomma con aria scocciata”.
Michi (ingurgitando una tristissima pizza margherita): “Magari si è semplicemente svegliato male…”
Io: “Ma è il suo lavoro! Sta lì a sorridere per mezz’oretta e poi torna in hotel a odiare il mondo. Che delusione.”

Martedì 3 settembre, ore 19, Palabiennale:
Io (occhi sgranati, camminata lenta): “Oh-mio-Dio”.
Michi (occhi ancora più sgranati, camminata ancora più lenta): “Oh-mio-Dio.”
Io: “Adoro Tom Hardy”
Michi: “Adoro Tom Hardy”.

Bipolarismo? No, abbiamo visto Locke.


Locke è il biglietto da visita con cui Steven Knight si presenta alla 70° Mostra del Cinema di Venezia, ingiustamente inserito Fuori Concorso, ingiustamente passato in sordina.

SPOILER ALERT: Se siete per l’effetto sorpresa, non proseguite nella lettura. Se la curiosità è troppo forte, leggete e stupitevi.

“Locke” è una pellicola relativamente breve: Steven Knight condensa in soli 85 minuti la parabola discendente di Ivan Locke (Tom Hardy), costruttore edile e padre di famiglia, la cui intera esistenza subisce irreversibili stravolgimenti nell’arco fugace di una notte inglese. Locke è un instancabile lavoratore e un marito innamorato, ma quella notte, pochi mesi prima, aveva commesso un unico, fatale errore: seguiva la costruzione di un edificio lontano da casa, si sentiva solo e aveva incontrato Bethany, triste, depressa e altrettanto sola. I due avevano avuto un’avventura, senza significato ma non senza conseguenze: Bethany era rimasta incinta, aveva deciso di tenere il bambino e adesso, con due mesi di anticipo, era al St Mary’s Hospital pronta a partorire. Niente di nuovo sotto il sole, si dirà. Aspettate. Ivan Locke possiede un profondo, lacerante senso del dovere, un radicale senso di responsabilità per cui avverte di dover essere con lei al momento della nascita, anche se non la conosce affatto e non l’ha mai più vista dopo allora. Anche se, come inevitabilmente succede, questo significa dover confessare tutto alla moglie, mettere a repentaglio il suo matrimonio e non essere presente ad un evento fondamentale per la sua carriera lavorativa. Così Ivan guida, guida senza fermarsi verso una donna che non ama per “mettere a posto al casino che ha combinato”, lasciandosi alle spalle una vita felice che felice non lo sarà più. Ammirevole direte, ma dove sta la meraviglia? Adesso arriva: tutta la vicenda di Locke si svolge solo ed esclusivamente dentro la sua macchina; la narrazione si consuma in pochi metri quadri, scandita e delineata dalle continue telefonate che Ivan riceve (dalla moglie, da Bethany, dal suo braccio destro, dal suo capo), e che svelano gradualmente la storia allo spettatore. C’è un solo personaggio, Tom Hardy, che interagisce con se stesso e con le altri voci virtuali, a cui è affidato il difficilissimo compito di interiorizzare un dramma con la sola forza della propria espressività. E di virtuosismo espressivo effettivamente si tratta, perché Ivan non scende mai dalla macchina ma viene inquadrato sempre seduto, al buio, di sbieco, e non può far altro che contare sul proprio volto e sulla propria voce.
Steven Kinight osa, ma l’azzardo è riuscito e la platea è completamente in suo potere, in un flusso crescente di attesa e tensione. Gli applausi, meritati, meritatissimi, vanno anche a un Tom Hardy mai tanto brillante e intenso.


Vi lascio con il trailer... Enjoy!

Venezia70: Une Promesse

Questo il film che ha concluso la nostra personale esperienza alla 70 Mostra del Cinema di Venezia. 
E ci siamo concesse un finale col botto: ebbene si, per la prima volta The Cemetery of Forgotten Films approda sul Red Carpet!
Ma forse è meglio essere più specifica. Quando dico "approda SUL Red Carpet" intendo il significato letterale, mica quello figurato! Due biondine in tiro ieri sera si sono fatte la passerella sul tappeto rosso davanti a fotografi e fans pochi minuti prima dell'arrivo delle star del film.
Che esperienza...
Se a questo aggiungete che ci siamo viste tutto il film con Alan Rickman, Rebecca Hall e Richard Madden seduti poche file dietro di noi... Beh potete facilmente immaginare il nostro grado di eccitazione.

Ma torniamo al film.
Dunque, siamo a inizio '900, Germania. Il giovane Fritz (Richard Madden), fresco fresco di laurea in ingegneria, trova lavoro nell'acciaieria di Herr Hoffmeister (Alan Rickman), un uomo ormai anziano, autoritario e severo, che nasconde però non poche sorprese.
Fritz si rivela da subito come uno dei migliori lavoratori dell'azienda, intelligente e solerte e Herr Hoffmeister, rompendo ogni sua abitudine, lo prende da subito in simpatia e supporta vigorosamente l'ascesa di questo giovane talento.
Quando Fritz viene a sapere, per pura casualità dei gravi problemi di salute del suo datore di lavoro, la loro relazione diventa sempre più stretta e intima, suggellata da un segreto che sono i soli a condividere. Il nostro protagonista diventa ben presto l'unico tramite che Herr Hoffmeister, costretto a letto dopo un attacco particolarmente grave, ha con la propria azienda, tanto che il giovane verrà presto invitato a vivere nella favolosa villa del suo capo, con la sua famiglia.

Fritz e Lotte
Mentre la sua carriera prende il volo, Fritz stringe una solida amicizia con la giovane moglie di Herr Hoffmeister, Charlotte (detta Lotte), interpretata da Rebecca Hall. Fin dall'inizio questa amicizia prende note romantiche che tuttavia non saranno mai palesate fino al momento in cui il nostro giovane protagonista viene mandato in Messico, uomo fidato per seguire l'acquisizione di un giacimento di magnesio.

Tutta la passione repressa per così tanto tempo esplode in disperazione e tormento, in passione che tuttavia non viene lasciata senza freno. I due si promettono di aspettarsi, di aspettare i due anni che Fritz deve passare in Messico per vivere appieno il loro amore.

A questo punto la narrazione prende forma epistolare, Fritz scompare dalla storia e le uniche notizie che abbiamo di lui sono quelle che Lotte legge nelle sue lettere.
Quando mancano solo più sei mesi al ritorno in patria dell'eroe la Storia si mette di mezzo: è il 1914 e scoppia la Grande Guerra.

Lotte si troverà a fare i conti con la terribile depressione che sempre si accompagna alla guerra, un marito malato che peggiorerà sempre più (specialmente dopo l'espropriazione da parte dell'esercito dell'acciaieria) e un amore lontano le cui lettere presto si interromperanno.

Ma la guerra non dura per sempre...

Il film di Patrice Laconte (già regista dell'adorabile La Bottega dei Suicidi) , per quanto mi riguarda è stato una boccata d'aria fresca, specialmente rispetto agli ultimi film visti. Una storia lieve anche se intensa, che nonostante le tematiche forti e patetiche non si fa mai troppo pesante.
Sebbene sia poi una storia vista e rivista (e rivista e rivista) la delicatezza dei personaggi e delle loro relazioni aggiunge quel qualcosa in più: Fritz non è il giovane virgulto in preda agli ormoni che tenta di salvare la sua amata dalle grinfie di un vecchio pidocchioso solo per poi lasciarsi avvincere dalla passione con la sua lei finalmente liberata, Lotte non è la moglie fedifraga che, dopo anni di repressione sessuale, riscopre una nuova vita fra le braccia del giovane belloccio solo per poi struggersi, con finte lacrime di coccodrillo, per una ritrovata (e dubbia) moralità e Herr Hoffmeister non è il vecchio acido, maligno e un po' subdolo che costringe una moglie troppo giovane in una vita d'inferno senza amore.

La coppia di sposi si ammanta di una tenerezza dolce e quotidiana, fatta di piccole cose, piccoli rituali e convenzioni che fanno anche sorridere lo spettatore, Lotte e Fritz non consumano mai il loro amore sotto il tetto coniugale, Fritz è legato da una profonda ammirazione e grande rispetto per il suo capo che a sua volta lo tratta da subito come uno di famiglia.

Herr Hoffmeister
Alan Rickman dà al suo personaggio una profondità tutta nuova, costellata di deliziose contraddizioni di quelli che sono i canoni consueti, portando sullo schermo un uomo dalla ferma e intimidatoria autorità ma anche capace di momenti d'infinita dolcezza e di inaspettata ilarità. Rebecca Hall è semplicemente splendida nei panni di una giovane moglie scissa fra i doveri dell'età adulta e i piaceri della giovinezza, moglie fedele, madre devota e presente e donna di sani principi che però mai sfociano in un ostentato perbenismo. Un inaspettatamente bravo Richard Madden (noto per il suo ruolo nella serie-rivelazione Game of Thrones) riesce ad esprimere perfettamente le tensioni e le pulsioni che sconvolgono l'animo di un giovane innamorato di una donna che non può avere.

Insomma, il lungo applauso che ha seguito la proiezione a mio parere è totalmente meritato: pur non essendo, probabilmente, uno dei migliori titoli presenti alla Mostra, trovo che porti correttamente a termine quello che è il fine primo di un film ovvero intrattenere e regalare allo spettatore qualche ora di pausa da quella che è la vita quotidiana.

Lo consiglio caldamente e spero di ricevere le vostre opinioni a riguardo.

Vi lascio con il filmato del Red Carpet...


mercoledì 4 settembre 2013

Venezia 70: Under the Skin

Ieri sera è stato il turno di Under the Skin, proiettato per noi comuni mortali solo mezz'oretta dopo l'incantevole Red Carpet con una Johansson divina che incanta uomini, donne e bambini mentre si fa attendere perché troppo indugia con autografi e foto con i fans.

Devo dire che le voci che circolavano su questo film non erano delle migliori ma ho fatto orecchie da mercante per tutto il giorno e alla sera mi sono presentata alla proiezione carica di aspettative.

La storia, in breve, ma proprio breve breve, parla di alieni, una razza che non si sa da quanto sia qui né cosa di preciso voglia da noi ma che si avvale di una bomba sexy come la nostra Scarlett (che diventa "ospite" di un alieno nei primi minuti del film) per adescare giovani uomini solitari e magari un po' vogliosi che vengono puntualmente attratti nell'oscurità assoluta di case fatiscenti da cui non usciranno più.
Scarlett in cerca della sua prossima preda
La protagonista viaggia in lungo e in largo per le strade scozzesi (oh mia Scozia) su un anonimo furgoncino bianco alla ricerca della sua prossima vittima.
Tutto cambia quando incontra un ragazzo, giovane, ma affetto da una grave deformazione fisica: sarà l'unico che riesce ad uscire incolume da una delle case che gli alieni usano per catturare i propri prigionieri (purtroppo non sarà così fortunato in seguito) e la nostra famme fatal dopo quell'episodio abbandona baracca e furgoncino e scappa nelle nebbiose Highlands.

Qui comincia a scoprire la società umana, il cibo, che sembra comunque non gradire, e l'ospitalità di un uomo gentile che l'aiuta nel momento di bisogno e con il quale inizierà una sorta di relazione romantica.

Ma ovviamente Scarlett non era l'unica, e ben presto i suoi simili si mettono sulle sue tracce, anche se, forse, non sono loro quelli da cui si deve guardare con più sospetto.

La nostra protagonista alle prese con la sua coscienza
Questa la trama, che presa da sola sarebbe anche interessante e alquanto nuova in questo genere. Purtroppo c'è la messa in scena. 
Il film è lento, e sebbene si possa capire che questa lentezza è dovuta ad una precisa scelta di regia, magari alla ricerca di quel pathos che ci farebbe tenere incollati allo schermo, non c'è profondità, non abbastanza per sentirci trasportati in questo universo fatto di stanze immerse nel nero assoluto e dialoghi assenti.
Viene presentata una crudeltà verso il genere umano che è per di più psicologica per lo spettatore, che si chiede se certe scene fossero proprio così necessarie.

Ovviamente la Johansson è spettacolare seppure, forse, non le venga dato neanche troppo la possibilità di portare nel personaggio quella complessità cui un'attrice del suo livello ci ha abituati nei film precedenti.

Insomma, un film che non rivedrò nelle sale e che non sono sicura valga il prezzo del biglietto.

Vi lascio con il trailer e vi invito, se avete opinioni o domande, a scrivere un commento o conttatarmi via mail. Enjoy... (maybe...)


martedì 3 settembre 2013

Venezia70: The Zero Theorem

Devo confessare che non sono solita ai film di Terry Gilliam. Certo lo conosco, conosco i suoi film, so cosa pensa la critica di lui, ma The Zero Theorem credo sia stato effettivamente il primo film suo che ho visto e mi ha messo la voglia di vederne altri, se non altro per meglio comprendere il lavoro di questo genio che fin troppe volte stenta a farsi comprendere.

La storia prende forma in un futuro lontano ma non troppo dove la tecnologia è presente in ogni aspetto della vita umana e le auto elettriche impazzano per le strade. 
È in questo mondo che si muove Qohen (Christoph Waltz) un disadattato, misantropo e un tantino schizofrenico che lavora per una grande corporazione che sembra possedere tutto e controllare tutto.
Qohen, però, brama ardentemente la pace della sua chiesa-casa, detta in maniera eufemistica. Detto in modo più diretto, il protagonista cerca disperatamente di farsi riconoscere disabile perché semplicemente non può lasciare la propria casa, in attesa di una telefonata che potrebbe (ma Qohen ne è sicuro) spiegargli la ragione della sua esistenza, il perché del suo essere al mondo.

A quanto pare l'unico modo per lavorare da casa è per lui entrare a par parte del progetto Zero Theorem, dopo un colloquio con il fantomatico Managment (Matt Damon), capo della corporazione e dotato di incredibili qualità mimetiche.

Qohen affronta il mondo esterno
Dapprima tutto sembra andare per il meglio ma ben presto il nostro protagonista si accorge che l'equazione che gli è stata sottoposta è pressoché impossibile da risolvere, sembra quasi che l'espressione stessa non voglia essere risolta.

Dopo un primo crollo mentale davanti a questo insuccesso, Qohen viene aiutato nel "recupero" da Bainsley, ragazza che si rivelerà essere una squillo cybernetica, e Bob, un giovanissimo genio del computer, che altri non è che il figlio di Managment stesso.

Anche se mandati per controllarlo, questi due personaggi saranno la salvezza di Qohen: lo aiuteranno a riconnettersi con un mondo che aveva chiuso fuori con una serie infinita di lucchetti e chiavistelli, cominciando a godersi di nuovo le piccole gioie della vita come una relazione romantica, l'aiuto di un amico, la pizza.

Ma in un mondo dove la tecnologia la fa da padrone e gestisce e controlla ogni singolo aspetto della vita umana, non si può mai abbassare la guardia e la ritrovata vitalità di Qohen è un pericolo per la risoluzione del problema affidatogli.

Un mondo psichedelico e caotico circonda personaggio a tutto tondo e ben delineati, portati in vita da un cast di tutto rispetto: possiamo riconoscere David Thewlis, meglio noto come il Lupin potteriano, ma soprattutto vicino ai nomi di giganti come Christoph Waltz e Matt Damon spicca il giovane Lucas Hedges, che da il volto al carismatico Bob e già visto in quel piccolo gioiellino che è Moonrise Kingdom.

Bainsley è pronta ad intrattenere il nostro protagonista
Sulla trama... Beh, dare un giudizio o anche solo cercare di inquadrarla nei canoni comuni è un esperimento che non tento nemmeno: Terry Gilliam porta sullo schermo una denuncia contro la tecnologia e la depersonalizzazione dell'uomo ad opera di essa in un film psichedelico di difficile comprensione. Credo che per quanto mi riguarda sarà necessaria una seconda visione, questa volta in italiano: guardare un film che parla del significato dell'esistenza e dell'universo stesso in inglese e. Per di più nel linguaggio a volte un po' sconclusionato di Gilliam e pretendere di capirlo al primo colpo forse è chiedere troppo.

Vi lascio con il Red Carpet del film e invito tutti voi, dopo averlo visto, a scriverai le vostre impressioni: magari aiutate anche me a farmi un quadro più completo.


Venezia 70: Palo Alto

Sesso, droga e...partite di calcio nella denuncia sociale di Gia Coppola.

Il suo 'Palo Alto', presentato fuori concorso alla 70 edizione della Mostra del Cinema di Venezia, ricorda un po' lo 'Springbreakers' dell'anno precedente, sebbene a tinte più politically correct e meno scandalistiche. E non è un caso che nel cast compaia anche il nome di James Franco, sempre più maturo e sempre più lanciato, che rimpiazza l'ambiguo gangster di Harmony Korine con un allenatore di calcio premuroso ma fedifrago.
Con 'Palo Alto' la Coppola fa luce su uno scorcio generazionale tristemente attuale, quello dei bambini-non-più-bambini che non hanno mai vissuto infanzia né innocenza, ma ballano, si sballano e vivono ogni giorno spingendosi oltre i limiti. Non c'è spazio per i sentimenti in un simile scenario.

L'allenatore James Franco con la sua allieva Emma Roberts
April e Teddy infatti (ragazzina solitaria lei, biondino un po' ribelle lui) sono genuinamente innamorati l'uno dell'altro, ma l'ambiente di cui fanno parte inibisce il loro rapporto: April è vittima più o meno consenziente delle attenzioni del suo allenatore (il James Franco di cui sopra), Teddy subisce l'influenza di un migliore amico problematico e strafottente, che esercita su di lui un ascendente fortemente negativo. E in un vortice di feste, alcol, droga e - pochi - pomeriggi di studio, si consuma dunque la loro storia, quella di adolescenti cresciuti troppo in fretta e troppo in fretta disillusi dalla vita, che portano su di sé il peso e le ferite di un'infanzia mai vissuta. 

La cricca di ribelli 
La sensazione finale è quella di un film già visto, in tutti i sensi, che però si avvale di un cast promettente (vedi l'esordio del piccolo Kilmer davanti alla macchina da presa), e di una sceneggiatura che lascia intendere senza dare spiegazioni (e che tra l'altro è l'adattamento per lo schermo del libro del solito, talentuoso James Franco). 

'Palo Alto' incuriosisce, sì, ma non entusiasma.

Purtroppo il trailer non è ancora disponibile su youtube, appena possibile aggiorneremo il post.

Laura Savarino

Venezia70: The Wind Rises


"Le vent se lève!... il faut tenter de vivre"
"Si alza il vento!... bisogna tentare di vivere"

Quello che è stato presentato come il film conclusivo della carriera del grande maestro nipponico si rivela anche essere quello più lontano dal Miyazaki cui eravamo abituati.


Jiro e il Conte Caproni
La storia si apre all'inizio del secolo scorso, in un Giappone povero e avvolto da una cruda recessione, la povertà e la miseria ben presenti in una cornice che preme sullo sfondo.
Jiro è un ragazzino miope che sogna di volare ma siccome il suo difetto visivo gli preclude la carriera da pilota trova il suo sogno nella progettazione aeronautica, spronato dal fantomatico Conte Caproni, genio dell'aeronautica italiana e costante presenza nei sogni del nostro protagonista.

Jiro e il suo gioiellino
Seguiamo Jiro proseguire i suoi studi, trasferirsi, ottenere il primo lavoro alla Mitsubishi... si ritrova coinvolto in tragedie ambientali come il terribile terremoto che sconvolse Tokyo nel 1923. Ma proprio durante questo momento drammatico conosce Naoko, una ragazza che sarà una presenza costante nella sua storia, un primo amore che resterà vivo nel protagonista durante tutto il racconto.

La storia di Jiro si intreccia con la Storia , quella fin troppo dolorosamente nota che sfocia nella Seconda Guerra Mondiale.
E sarà proprio Jiro a progettare gli aerei che faranno incursione nel Continente di cui, lo stesso protagonista spiega amaramente, neanche uno tornerà in patria.

E poi c'è l'amore per Naoko, che sposerà in una romantica e triste notte, suggello di un amore che lotta contro il tempo e contro la malattia di lei.

La dolce Naoko
Un film lungo, denso di particolari non solo stilistici ma anche narrativi, che certe volte può risultare anche troppo intenso. Personalmente in certi momenti seguire il racconto è difficile ma alla fine lo spettatore si trova così coinvolto con la vita di Jiro che i suoi drammi sconvolgono anche chi li guarda, le sue gioie ti riempiono il cuore e le sue lacrime diventato le nostre lacrime.

Il fiabesco della Città Incantata è ben lontano ma ne rimane il candore e la delicatezza con cui Miyazaki racconta uno dei capitoli più oscuri della sua stessa nazione.
Un film che sicuramente merita di essere visto e il cui dvd andrà a completare la mia collezione appena disponibile.

Vi lascio con il trailer.


lunedì 2 settembre 2013

Venezia70: Vita da Cinefile - Prima Puntata

L'atmosfera che si respira a Venezia durante la Mostra del Cinema è sempre meravigliosamente effervescente, per gli appassionati e non. Nonostante drammi, ritardi, code e attese estenuanti sotto il sole alla fine si ritorna sempre a casa con il sorriso della soddisfazione sulla faccia.

Solo oggi abbiamo già visto Kim Ki Duk, vincitore della scorsa edizione, Terry Gillian, uno dei registi più quotati degli ultimi anni e appena adesso ho intravisto il berretto rosso di Tom Hardy che sfrecciava verso la conferenza di Locke che si sta svolgendo in questo momento.

La mia esimia collega, la fortunella, è là presente che si sta godendo la zona esclusiva per la stampa mentre io mi rilasso prima delle proiezioni pomeridiane con una granita alla menta.

Almeno oggi ho avuto la mia personale rivincita sulla Mostra dell'anno scorso (i biglietti per The Company You Keep erano già esauriti) 


C'è pure un grazioso gadget della 01Distribution annesso... Cosa si può volere di più?

domenica 1 settembre 2013

EIFF2013: Not Another Happy Ending

Il film che ha chiuso l'Edinburgh International Film Festival è un piccolo gioiellino che si lascia scoprire a poco a poco e che ti colpisce, guadagnandosi un posto nella tua personale lista di preferiti quasi senza farsi notare, delicato come le note di una melodia suonata nell'appartamento accanto.

Karen Gillian, resa celebre dalla longeva e fortunatissima serie tv Doctor Who (personalmente la mia spalla preferita), é Jane Lockhart, una scrittrice con un romanzo fra le mani che aspetta solo di essere pubblicato. Dopo molti rifiuti finalmente la sua storia autobiografica su un padre assente e il dolore per una madre morta troppo giovane, attira l'attenzione di una piccola ma ambiziosa casa editrice, che decide finalmente di pubblicarlo.

Inizia così il lavoro di riscrittura e rifinimento dell'opera grezza che era il lavoro della protagonista, in questo aiutata da Tom, fascinoso e brillante (nonché francese) proprietario della casa editrice.
Fra i due si nota un'attrazione tutt'altro che celata, attrazione che però non riesce a concretizzarsi: nella parte finale del processo editoriale Tom osa cambiare il titolo dell'opera prima di Jane e questa, fuoriosa, decide di tagliare i ponti con lui.

Ma il libro é un successo, anzi un successone. Tutti lo leggono, tutti lo vogliono. Jane riesce persino a riallacciare i rapporti con il padre lontano da tempo ma non solo. La nostra protagonista viene anche insignita di un premio per giovani talenti e inizia una relazione con un famoso (borioso, egocentrico ed egoista) sceneggiatore.
Jane e Tom durante il processo di riscrittura

Insomma le cose vanno a gonfie vele per Jane, ha anche quasi finito il suo secondo romanzo, che si prospetta di successo tanto quanto il primo. 
Ma quando Jane realizza che, finito il libro è finita anche la sua relazione (ovviamente prettamente lavorativa) con Tom, ha un blocco. 

Tom, dal canto suo, che brama per la pubblicazione del nuovo libro della sua pupilla (e miniera di sterline) comincia a pensare che il blocco di Jane sia dovuto alla sua eccessiva felicità, poiché, si sa, l'estro creativo si nutre di quella particolare condizione chiamata malinconia.
Inizia così un susseguirsi di piani, più o meno fallimentari, attuati con l'aiuto dello spassoso coinquilino, per riportare Jane in uno stato di miserevole ma produttiva infelicità.

Jane e il suo blocco dello scrittore

Ma Tom vuole davvero che Jane finisca il suo libro...?

Un film divertente (davvero divertente), totalmente inaspettato, piacevolmente imprevedibile. Una storia quotidiana che viene arricchita di quella straordinarietà che tutti noi possiamo provare, che tutti noi bramiano. Personaggi intelligenti e a tutto tondo vengono interpretati da attori che, seppur non particolarmente noti, sono sicura non stenteranno a farsi strada e ad affermarsi fra i più grandi.
Il tutto condito con una genuinità di cui a volte si sente la mancanza in questo artificio meraviglioso che la macchina del cinema. 
Un film sui sogni, sulla capacità e la forza di realizzarli, sulle relazioni e sul loro essere deliziosamente imperfette ambientato in una Glasgow viva ed elettrica, come non l'avevo mai vista.

Un film che di sicuro non mancherà nella mia collezione... Insomma un piccolo ma potente colpo di fulmine! 

Vi lascio con il trailer...