giovedì 5 settembre 2013

Venezia70: Une Promesse

Questo il film che ha concluso la nostra personale esperienza alla 70 Mostra del Cinema di Venezia. 
E ci siamo concesse un finale col botto: ebbene si, per la prima volta The Cemetery of Forgotten Films approda sul Red Carpet!
Ma forse è meglio essere più specifica. Quando dico "approda SUL Red Carpet" intendo il significato letterale, mica quello figurato! Due biondine in tiro ieri sera si sono fatte la passerella sul tappeto rosso davanti a fotografi e fans pochi minuti prima dell'arrivo delle star del film.
Che esperienza...
Se a questo aggiungete che ci siamo viste tutto il film con Alan Rickman, Rebecca Hall e Richard Madden seduti poche file dietro di noi... Beh potete facilmente immaginare il nostro grado di eccitazione.

Ma torniamo al film.
Dunque, siamo a inizio '900, Germania. Il giovane Fritz (Richard Madden), fresco fresco di laurea in ingegneria, trova lavoro nell'acciaieria di Herr Hoffmeister (Alan Rickman), un uomo ormai anziano, autoritario e severo, che nasconde però non poche sorprese.
Fritz si rivela da subito come uno dei migliori lavoratori dell'azienda, intelligente e solerte e Herr Hoffmeister, rompendo ogni sua abitudine, lo prende da subito in simpatia e supporta vigorosamente l'ascesa di questo giovane talento.
Quando Fritz viene a sapere, per pura casualità dei gravi problemi di salute del suo datore di lavoro, la loro relazione diventa sempre più stretta e intima, suggellata da un segreto che sono i soli a condividere. Il nostro protagonista diventa ben presto l'unico tramite che Herr Hoffmeister, costretto a letto dopo un attacco particolarmente grave, ha con la propria azienda, tanto che il giovane verrà presto invitato a vivere nella favolosa villa del suo capo, con la sua famiglia.

Fritz e Lotte
Mentre la sua carriera prende il volo, Fritz stringe una solida amicizia con la giovane moglie di Herr Hoffmeister, Charlotte (detta Lotte), interpretata da Rebecca Hall. Fin dall'inizio questa amicizia prende note romantiche che tuttavia non saranno mai palesate fino al momento in cui il nostro giovane protagonista viene mandato in Messico, uomo fidato per seguire l'acquisizione di un giacimento di magnesio.

Tutta la passione repressa per così tanto tempo esplode in disperazione e tormento, in passione che tuttavia non viene lasciata senza freno. I due si promettono di aspettarsi, di aspettare i due anni che Fritz deve passare in Messico per vivere appieno il loro amore.

A questo punto la narrazione prende forma epistolare, Fritz scompare dalla storia e le uniche notizie che abbiamo di lui sono quelle che Lotte legge nelle sue lettere.
Quando mancano solo più sei mesi al ritorno in patria dell'eroe la Storia si mette di mezzo: è il 1914 e scoppia la Grande Guerra.

Lotte si troverà a fare i conti con la terribile depressione che sempre si accompagna alla guerra, un marito malato che peggiorerà sempre più (specialmente dopo l'espropriazione da parte dell'esercito dell'acciaieria) e un amore lontano le cui lettere presto si interromperanno.

Ma la guerra non dura per sempre...

Il film di Patrice Laconte (già regista dell'adorabile La Bottega dei Suicidi) , per quanto mi riguarda è stato una boccata d'aria fresca, specialmente rispetto agli ultimi film visti. Una storia lieve anche se intensa, che nonostante le tematiche forti e patetiche non si fa mai troppo pesante.
Sebbene sia poi una storia vista e rivista (e rivista e rivista) la delicatezza dei personaggi e delle loro relazioni aggiunge quel qualcosa in più: Fritz non è il giovane virgulto in preda agli ormoni che tenta di salvare la sua amata dalle grinfie di un vecchio pidocchioso solo per poi lasciarsi avvincere dalla passione con la sua lei finalmente liberata, Lotte non è la moglie fedifraga che, dopo anni di repressione sessuale, riscopre una nuova vita fra le braccia del giovane belloccio solo per poi struggersi, con finte lacrime di coccodrillo, per una ritrovata (e dubbia) moralità e Herr Hoffmeister non è il vecchio acido, maligno e un po' subdolo che costringe una moglie troppo giovane in una vita d'inferno senza amore.

La coppia di sposi si ammanta di una tenerezza dolce e quotidiana, fatta di piccole cose, piccoli rituali e convenzioni che fanno anche sorridere lo spettatore, Lotte e Fritz non consumano mai il loro amore sotto il tetto coniugale, Fritz è legato da una profonda ammirazione e grande rispetto per il suo capo che a sua volta lo tratta da subito come uno di famiglia.

Herr Hoffmeister
Alan Rickman dà al suo personaggio una profondità tutta nuova, costellata di deliziose contraddizioni di quelli che sono i canoni consueti, portando sullo schermo un uomo dalla ferma e intimidatoria autorità ma anche capace di momenti d'infinita dolcezza e di inaspettata ilarità. Rebecca Hall è semplicemente splendida nei panni di una giovane moglie scissa fra i doveri dell'età adulta e i piaceri della giovinezza, moglie fedele, madre devota e presente e donna di sani principi che però mai sfociano in un ostentato perbenismo. Un inaspettatamente bravo Richard Madden (noto per il suo ruolo nella serie-rivelazione Game of Thrones) riesce ad esprimere perfettamente le tensioni e le pulsioni che sconvolgono l'animo di un giovane innamorato di una donna che non può avere.

Insomma, il lungo applauso che ha seguito la proiezione a mio parere è totalmente meritato: pur non essendo, probabilmente, uno dei migliori titoli presenti alla Mostra, trovo che porti correttamente a termine quello che è il fine primo di un film ovvero intrattenere e regalare allo spettatore qualche ora di pausa da quella che è la vita quotidiana.

Lo consiglio caldamente e spero di ricevere le vostre opinioni a riguardo.

Vi lascio con il filmato del Red Carpet...


1 commento:

  1. vi ho cercate nel video del red carpet ma non vi ho viste!!!!!!!!!!!!!! uffa!!!!!

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