mercoledì 5 marzo 2014

The Book Thief (2014)

Sono appena tornata dal cinema. Ho dovuto fermarmi a comprare cioccolata prima di tornare a casa perché ne avevo un assoluto e ineluttabile bisogno. La cioccolata non è quasi arrivata a casa...
Ho lottato molto contro questo film, più che altro perché il libro (The Book Thief di Markus Zusak, n.d.a.) mi chiama dalla mia libreria, iniziato, smanioso di essere finito, e non volevo fargli un torto. Poi, oggi, nel mio primo giorno libero da tanto, vedo il film in programmazione. Mi ero appena detta che dovevo andare al cinema di più, sfruttare al massimo la mia super mega fighissima Unlimited Card. E poi ho realizzato che un film così non potevo perdermelo al cinema e vederlo in uno striminzito schermo casalingo, da sola. Ho anche realizzato che se aspettavo di finire il libro, che ho astutamente iniziato in inglese, perché io sono super furba, non lo avrei visto mai, il film (devo dire a mia discolpa che la copertina inglese è molto, molto, molto più figa della banale edizione italiana. Dannata la mia copertinomania...)
Così dopo le commissioni mattutine, verso le 14 (l'orario amato dagli over 60) mi dirigo al cinema pronta per farmi stupire e ammaliare. 
Ho iniziato a piangere dopo i primi 10 minuti e praticamente non ho più smesso, cercando di soffocare i singhiozzi e il naso gocciolante dietro una marea (e non parlo metaforicamente) di fazzoletti.
Devo premettere che sono sempre stata molto sensibile al tema della seconda guerra mondiale e all'ondata di indicibile orrore che essa ha portato ad una quantità di livelli diversi su cui non voglio neanche soffermarmi.
Questo film, o forse dovrei dire questa storia, è meravigliosa. Partendo dal 1938 fino alla liberazione da parte degli alleati, viene raccontata una porzione di Storia attraverso gli occhi di una bambina alla soglia dell'adolescenza, accompagnata dalla voce della Morte stessa.
La giovanissima Sophie Nélisse
Non ci sono eroi, non c'è azione, non c'è il patetismo ostentato in cui sfortunatamente possono incorrere i film di questo genere. C'è invece la quotidianità, la normale vita che viene sconvolta da una guerra per cui ci si sentiva entusiasti, all'inizio, ma che si finisce col vedere con gli occhi di chi perde le case nei bombardamenti, i familiari nei campi di battaglia. E non c'è gloria in questo, ma solo disperazione che tuttavia non riesce ad annientare la speranza per una vita migliore alla fine dell'oscurità. Se ci sono degli eroi sono quelli che tirano avanti, che cercano di sostenere una famiglia contro la fame, e che si oppongono, nel loro piccolo, come riescono, ad un regime che opprime anziché liberare.
La vita della protagonista è fatta di piccoli passi, di poche persone, di minimi atti di coraggio che nelle sue giovani mani finiscono per fare la differenza, e tutto questo, semplicità e quotidianità, alla fine, crea una storia straordinaria.
E in tutto questo c'è l'importanza della parola, del racconto, dei libri, l'importanza di tramandare ciò che si vive e i sentimenti che l'accompagnano, le persone che hanno fatto parte della nostra vita.
Tenerezza
A tutto questo va aggiunto un cast davvero eccezionale che parla un inglese con accento tedesco che dà alla pellicola quella vena di veridicità in più che può fare la differenza: la giovane Sophie Nélisse dà una profondità sbalorditiva a Liesel, senza neanche dover parlare, mentre Goeffrey Rush e Emily Watson... beh, Goeffrey Rush e Emily Watson... Devo aggiungere altro?
Un film che cattura e e non lascia più andare, neanche quando ci chiudiamo la porta di casa alle spalle.
Mi sa che ora devo proprio finirlo, il libro.
Vi lascio con il trailer in lingua originale e, più in basso, i link alle pagine Amazon del libro... Enjoy!

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