giovedì 13 novembre 2014

EIFF2014: We Are Monster

21 Giugno 2014

Tratto da una storia vera.

L'8 Febbraio del 2000, presso il Feltham Young Offenders Institute, viene incarcerato Robert Stewart,  adolescente violento e razzista, che, per una deliberata scelta delle guardie, si trova a dividere la cella con Zahid Mubarek. Sei settimane dopo, senza una causa appetente, Robert uccide Zahid, a poche ore dal rilascio di quest'ultimo.

Una tematica dolorosa, sconcertante, che provoca una sorta di fastidio fisico. Il film la tratta con distacco, mostrando i fatti e portando lo spettatore nella cella di Robert, dalla quale esce raramente, e addirittura dentro il suo inconscio. Vediamo davanti a noi lo scindersi di Robert in due, la sua molteplice personalità si palesa visivamente davanti ai nostri occhi e il film non è altro che un lungo monologo, o meglio, una lunga conversazione all'interno della psiche di questo protagonista rotto, malato, deviato.
Vengono così a crearsi due livelli. Nel primo c'è Robert che dialoga con Robert, che cede alla forza del suo lato più oscuro, che prima decide, poi pianifica e poi ancora mette in atto. Nell'altro vi è l'istituto, con gli altri ragazzi, che guardano con diffidenza e scherno il nuovo arrivato, con Zahid, che all'inizio cerca di relazionarsi con questo nuovo compagno di cella che a stento gli parla, che, preoccupato, chiede inascoltato aiuto alle guardie, con le guardie stesse, che ignorano tutti i segnali di minaccia fino a quando è troppo tardi.

Leeshon Alexander
Un potente film di denuncia visto dalla parte dell'aguzzino, interpretato da Leeshon Alexander, che
spazia, attraverso flashback, lungo tutta la vita di questo adolescente killer, vagliando i suoi rapporti disfunzionali all'interno della famiglia in diversi momenti della sua crescita. Vediamo, o meglio sentiamo, la lunga lotta interiore che sfocia nel tragico evento, avendo davanti a noi le due facce di questo ragazzino che si tramuta di fronte a noi, un passo alla volta, in un mostro.
Il tutto si traduce in una lunga corsa contro il tempo, contro un evento che, da spettatore, speri tremendamente che non accada mai.

E' qui la trappola drammatica.
Il film si apre proprio con la scoperta del corpo di Zahid, celata e non del tutto chiara, certo, ma il fatto è li, davanti a noi: il film non è altro che il racconto di ciò che abbia portato a qual momento.
E mentre lo spettatore guarda mette insieme tutti i piccoli tasselli, tutti gli indizi e sa perfettamente cosa sta per succedere. Eppure, in modo totalmente illogico, speriamo che i fatti cambino in itinere, che l'inevitabile non succeda, che qualcuno intervenga, quasi come un deus ex machina, ad impedire un fatto tanto orribile quanto insensato.
Robert poco prima di agire
Sebbene Zahid (Aymen Hamdouchi) compaia proporzionalmente meno di Robert, il pubblico non può far a meno di affezionarsi a quel ragazzino che si trova nell'istituto per una bravata giovanile e che, di fronte allo strano ed inquietante ragazzo con cui condivide la cella, continua a ripetersi "fra poco sarò fuori".

Prodotto da Noel Clarke, già presente all'Edinburgh International Film Festival nei panni di regista e protagonista di The Anomaly, il film, nella sua semplicità, ha una potenza inaudita, capace si spezzarti nel profondo davanti a fatti di cronaca che troppo spesso vengono percepiti senza la coscienza dovuta.

Ve lo consiglio caldamente.

Purtroppo non è ancora presente un trailer su Youtube. Vi lascio quindi con l'intervista che il regista e il protagonista hanno rilasciato proprio all'Edinburgh Intenational Film Festival.


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