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Locandina italiana del dvd |
La parabola di Juno, opera
prima della sceneggiatrice Diablo Cody,
sorprende poco gli scafati spettatori del XXI secolo: quella dell’adolescente incinta
per sbaglio è una realtà molto più frequente e più nota di quanto moralmente
dovrebbe essere. Cosa colpisce piacevolmente il pubblico però, è il modo in cui
una materia tanto abusata viene spogliata da ogni suo stereotipo e
reinterpretata da qui in un’ottica così diversa e singolare. In Juno quasi tutto è atipico, dalla
personalità della protagonista - e dei
comprimari della vicenda - , al modo in cui i personaggi agiscono e reagiscono
al problema. L’originalità dell’approccio è funzionale all’intenzione filmica
di sceneggiatrice e regista (Jason
Reitman, giovane, indipendente, controcorrente): Juno affronta tematiche delicate e complesse, dalla gravidanza
precoce all’aborto all’adozione, ma le oltrepassa con grazia e leggerezza, e
non si sporca le scarpe scadendo in eccessivi moralismi o inflazionati
sentimentalismi. E allora largo all’ironia, al pizzico di cinismo, alla battuta
pronta che alleggerisce anche le situazioni più drammatiche.
E’ la protagonista Juno MacGuff (Juno come la moglie di Giove, non
come la città in Alaska), a plasmare lo stile di una vicenda che si conforma
naturalmente alla sua personalità: lei è un’adolescente non tradizionale,
atipica nel modo di vestire, nel modo di parlare e nei gusti musicali, possiede
un senso dell’umorismo sottile e una maturità sicuramente superiore alla sua
età. Il suo atteggiamento spavaldo e noncurante le fa apprendere senza grossi
drammi la notizia della gravidanza, e senza altrettante tragedie la porta alla
decisione di tenere il bambino (che peraltro non decide di tenere per qualche
dilemma morale ma perché tormentata dall’affermazione di una compagna di
classe, solitaria sostenitrice della campagna anti-aborto, secondo cui il feto
anche di poche settimane è già provvisto di unghie delle mani).
"Fingernails? Really?"
E tuttavia, il suo atteggiamento non è indice d’irresponsabilità: Juno
accetta stoicamente le conseguenze della sua scelta, non si lamenta mai degli
effetti collaterali “fisici” della sua situazione, ma nasconde dietro un muro
caustico e graffiante una fragilità che a volte sfonda la parete e si rivela in
tutta semplicità.
I comprimari della vicenda si adeguano al suo modo d’essere: così Paul
Bleeker è l’amico-padre del bambino, il timido e disadattato compagno di
laboratorio, innamorato teneramente di Juno ma senza nessuna voce in capitolo;
così Leah è la migliore amica svampita ma leale, popolare cheerleader e
segretamente innamorata di un professore; così Mr e Mrs MacGuff, padre e
matrigna, sono i genitori che tutti vorremmo avere, quelli che supportano senza
paternalismi e nel momento del bisogno sanno dare il consiglio giusto . E poi
ci sono i Loring, la famiglia adottiva a cui Juno si rivolge, che nella loro ordinarietà
(donna in carriera lei, uomo in crisi di mezz’età lui) sono la coppia meno
funzionale della vicenda.
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Ellen Page (Juno) e Michael Cera (Bleeker) travolti dal romanticismo |
Dialoghi incalzanti, umorismo sottile, personaggi così diversi eppure
così psicologicamente dettagliati. Mettiamoci anche una colonna sonora che è
come la protagonista, leggera, genuina e delicata, e una notevole performance
attoriale (plauso a Ellen Page e Michael Cera, un po’ più debole
l’interpretazione di Jason Bateman) e
otteniamo un prodotto del cinema indipendente di grande pregio e qualità.
A voi il trailer e le dovute considerazioni:
Ho da sempre ricevuto commenti molto diversi su questo film, ma non l'ho ancora visto!
RispondiEliminaGrazie per la recensione, provvederò a vederlo presto!!!
Buon caldo romano, Laura!! ;)))
Blog internazionalissimo, cmq! ;) complimenti girls! ;)